LA STAMPA (G. BUCCHERI) - Deluso più che arrabbiato. Così mentre il mondo del pallone si chiede perchè a Francesco Totti non sia stato dato il tempo ed il modo di dire basta a 25 anni di carriera in giallorosso («Doveva dirlo lui...», afferma il presidente del Coni Giovanni Malagò), il Dieci della Roma incassa la parola fine annunciata dal club con amarezza.
Malagò: «Toccava a lui» Il percorso che aspettava Totti era scritto, ma in fon- do alle sue riflessioni il simbolo romanista aveva anche sperato in un improvviso, ed inatteso, ribaltone: un anno, un altro, ancora in campo, magari dopo la compiuta rivoluzione tecnica, con un nuovo allenatore e, soprattutto, una nuova aria.
Totti è deluso. E, soprattutto, triste. «Quel giorno che non volevo arrivasse, è arriva- to...», è il pensiero raccolto dai compagni. Totti parlerà e lo farà nelle prossime ore, magari a fine stagione, quando i giochi saranno chiusi. Ecco, fine stagione. Il capitano della Roma per sentirsi protagonista fino all’ultimo avrebbe, magari, voluto aspettare che il campionato fosse finita prima che lui, o qualcun’altro, raccontasse al mondo che il sipario era calato. «Merita di chiudere con il sorriso. Spiegherà...», così Alex Del Piero, uno che di addii se ne intende e che con l’amico giallorosso ha vinto un Mondiale.
Scarsa considerazione Totti è deluso perchè non si è sentito, e non si sente, al centro di un progetto che, come da contratto, lo vedrà nel ruolo di dirigente per i prossimi sei anni. Perchè non annunciare la fine della carriera in campo insieme alla nuova posizione che assumerà da domani? Una maggiore considerazione lo avrebbe aiutato a chiudere con la sua, e non solo, storia.