Roma, la palla a Lucio

07/03/2017 alle 13:09.
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IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - saprà come riaccendere la luce dopo il blackout settimanale. Lione è una tappa complicata, che però richiama pure sospiri di nostalgia: dieci anni fa (ieri), alla Gerland, la sua Roma aveva capito di essere grande ( più Mancini e tanti saluti a Fred, Juninho, Malouda e Benzema), stavolta al Parc Olympique Lyonnais dovrà capire di essere tornata grande contro i vari Mammana, Rafael, Lacazette e Tolisso. E che due partite (Lazio e ) non ti possono far buttare all'aria una stagione, ma tre (Lazio, e Lione) forse sì. Bisognerà metter a posto qualcosina per non perdere il treno.

FISICO E TESTA - Come sta la squadra, ad esempio, questo va capito: qualche giocatore arriverà in Francia un po' più fresco, vedi , che col non ha giocato, e , che sabato sono entrati nella ripresa. Ad altri, invece, dovrà essere chiesto uno sforzo, e sarà uno sforzo meno traumatico, visto che dal al Lione saranno passati cinque giorni e non tre come tra Lazio e . Sono piccoli dati che confortano il lavoro di , ripreso ieri dopo una giornata (la domenica) di riposo. A proposito: anche questo ha il suo perché. Lucio ha pensato bene di far staccare la spina a tutti i calciatori e non caricarli troppo, per non aggiungere pesantezza alla testa a quella alle gambe. Un'attenzione che, anche in passato, ha dato i suoi risultati, vedi quando lo stesso , per primo da queste parti, aveva abolito i ritiri prima della gare in casa. Ma andando oltre: a Trigoria si sta cercando di mettere a posto gambe e testa, con allenamenti tattici e non pesanti da un punto di vista fisico. Alcuni calciatori poi, dopo lo sforzo di Lione, potranno tirare un po' il fiato in occasione della sfida di domenica prossima a Palermo.

LA TATTICA - La tattica - come sempre - avrà il suo peso nella sfida di giovedì. La tattica è legata alle scelte. , si sa, non avrà ed è probabile che torni al vecchio modulo, quello che ha fatto volare la Roma in campionato e, per restare in Europa, anche contro il Villarreal: 3-4-2-1, con l'innesto di Juan Jesus (o chissà, a sorpresa Vermaelen) al posto di e il ritorno dal primo minuto di (anche se sta molto bene), e , esclusi dalla sfida contro il .

MATURITÀ - Sarebbe troppo rischioso riproporre una formazione con il vecchio , modulo caro a in passato ma poco consono alle caratteristiche di questo organico, specie se si parla dei difensori. ad inizio campionato, quando Lucio sperimentava i 4 dietro, stava in panchina. L'esplosione di Federico coincide con i tre centrali, o tre e mezzo. Per fare i quattro, gli e non sono adattissimi, vanno addestrati. Un terzino abituato a giocare esterno basso nei quattro è Mario Rui, ma a quanto pare, ancora non è al top della condizione. L'infortunio pesa, specie se non si gioca con continuità e la sfortuna dell'ex Empoli si chiama e 3-4-2-1. Cambiare non dà sempre vantaggi, specialmente se i calciatori, e qui è stato bravo a scoprirlo, sono più adatti a giocare in un altro sistema tattico. Ogni volta che si è andati alla ricerca della botta del fuoriclasse (Gerson a Torino, Vermaelen a Genova e il con il , per non tornare troppo indietro al centrale di difesa contro il Porto) si è sempre andati a sbattere. questo lo ha capito e ora medita come riaccendere la luce dopo il blackout, attende la prova di maturità, la prestazione che ti lascia alle spalle la caduta. Tempo venti giorni e anche Lucio accenderà la luce sul suo futuro, che per tanti è lontano da Roma. Vedremo.

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