La Juve chiama Sarri e pensa a Spalletti

09/02/2017 alle 13:34.
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IL TEMPO (A. AUSTINI) - Un domino pazzesco, tra Londra, Torino, Roma e Milano: se ogni casella si incastrerà al posto giusto, prepariamoci a una rivoluzione delle panchine nella prossima stagione, che potrebbe addirittura coinvolgere le prime tre squadre della Serie A. Tutto parte dall', dove Wenger stavolta sembra davvero intenzionato a lasciare i Gunners dopo 21 anni. Fra i candidati alla successione c’è Allegri, a quanto pare già entrato in una «short list» di tre nomi, e il livornese ha dato la sua disponibilità a rompere il rapporto con la con un anno d'anticipo rispetto alla scadenza del suo contratto, per provare a imitare Ranieri e . Il made in Italy va tanto di moda in Inghilterra e allora perché non sfruttare il momento? I segnali d'insofferenza non mancano (vedi Doha) e la risposta di ieri di Max dopo la vittoria di Crotone è sibillina: «Io in Inghilterra? Non confermo e non smentisco».

Ma a Torino non dormono da piedi. E, nonostante le smentite di Marotta («ci sono i presupposti per continuare insieme al nostro allenatore», ha ribadito ieri), si sono già attivati. I dirigenti sono a conoscenza dei movimenti e dei pensieri di Allegri, supportato da un agente italiano che sta trattando per suo conto con l', non hanno iniziato a ragionare sul possibile erede del livornese. Il primo nome? Maurizio Sarri, che non è solo un'idea. SI, l'allenatore del , ha incontrato di persona i manager juventini in gran segreto qualche settimana fa. Una chiacchierata che nessuno confermerà mai, ma che ha già fatto il giro di radiomercato. Dopo Higuain, Sarri: sarebbe un doppio «scippo» clamoroso della Signora a De Laurentiis, anche se stavolta - e non è affatto un dettaglio - servirebbe l'ok del presidente del visto che la scorsa estate, dopo un lungo periodo di tensione, ha fatto firmare all'ex allenatore dell'Empoli un contratto fino al 2020.

Il rapporto fra i due è rimasto piuttosto teso, figuriamoci se un giorno Sarri chiederà a De Laurentiis di liberarlo per poter firmare con la . Ecco perché Agnelli & Co. devono prendere in considerazione altri profili. Fra questi c’è senz'altro Paulo Sousa, ex giocatore bianconero con esperienza accumulata in serie A alla guida della . Ma i tentacoli della rischiano di allungarsi fino alla Capitale: c’è anche , com'è normale che sia, fra gli allenatori più apprezzati. Lui la disponibilità l'ha già data pubblicamente («Andrei alla e qualsiasi altra squadra se continuerò a fare questo lavoro», ha detto il coach toscano) e nel frattempo continua a rinviare la questione rinnovo con la Roma, come ribadito nei giorni scorsi. al momento non ha intenzione di firmare e ha rispedito al mittente la proposta di , che intende però aspettarlo fino all'ultimo. La conferma di Luciano è talmente importante ( docet) che la Roma è disposta a rischiare di ritrovarsi con la panchina vuota a giugno pur di giocarsi tutte le carte a disposizione per ottenere la sua firma.

In questi mesi capirà meglio cosa gli offre il mercato: oltre alla , si potrebbe liberare un posto all', dove il futuro di Pioli è legato ai risultati. Senza qualificazione in , scenario possibilissimo guardando la classifica, i proprietari cinesi potrebbero silurare l'ex laziale per affidarsi a un allenatore di maggiore «spessore». La Roma aspetta, osserva e spera che alla fine non dovrà porsi il problema. Qualora invece dovesse fare le valigie, si aprirebbero le più svariate possibilità: dagli italiani Giampaolo, e Gasperini allo spagnolo Emery, pronto a riformare la coppia del Siviglia col futuro direttore sportivo giallorosso Monchi. Il domino è appena iniziato.

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