Il giorno dopo, oltre a dolersi delle «imprese» dei soliti teppisti, ci si interroga sulle conseguenze che questi atti vandalici porteranno. Il mantenimento delle barriere nelle curve dell’Olimpico non è mai stato in discussione. Semmai, lo spettacolo offerto a Bergamo – fumogeni in campo (da entrambe le curve, ma i controlli?), petardi, bombe carta, sprangate, scontri con la polizia, 5 feriti fuori – toglierà linfa allo stucchevole dibattito sull’opportunità di eliminarle. Se doveva essere una verifica del livello di maturità acquisito, i romanisti lo hanno fallito. Con due inevitabili conseguenze. La prima, qualcuno dei centocinquanta identificati passerà un guaio. Quando la Digos Di Bergamo incrocerà dati e filmati con il database della Questura di Roma, scatteranno i rituali Daspo. La seconda, è un nuovo giro di vite per le prossime trasferte. Quella allo Juventus stadium, il 17 dicembre, è a rischio. Più difficile che vengano presi provvedimenti per il derby del 4, che la Roma gioca «fuori casa».
(gasport)