Spalletti sa che è negli Usa con una rosa incompleta, con i nazionali appena aggregati e da portare in condizione il più in fretta possibile e con qualche testa che ha pensieri non solo per il campo ma anche per il mercato. Prendi i nazionali reduci dell’Europeo: «Li ho trovati benissimo, quasi tutti hanno fatto i compiti a casa». C’è chi è più indietro, anche se Spalletti (giustamente) non fa nomi. A Boston non c’è tutta la Roma. Non c’è ancora Szczesny, che dovrebbe aggregarsi non appena sarà ufficiale il suo ritorno: è questione di ore, è la grande vittoria del tecnico. E non c’è Salah, che neppure oggi riuscirà a partire: il visto per gli Usa non si sblocca, l’egiziano si allena da solo a Trigoria.
Prendi Nacho, che avrebbe garantito la copertura di due ruoli, terzino destro e centrale: la Roma si è decisa ad affondare sullo spagnolo troppo tardi e il Real Madrid nel frattempo ha fatto altre scelte di mercato. L’affare è sfumato: se si riaprirà più avanti, chissà. Ma Spalletti oggi ha solo due centrali disponibili: Manolas, al centro di voci di mercato, e Juan Jesus, ultimo arrivato ma il più sereno di tutti. Il terzo sarebbe Gyomber, già virtualmente ceduto al Pescara ma bloccato in attesa degli eventi. E così si valutano altre piste, che portano in Germania e in Spagna: oggi Sabatini vola a Milano per capire l’aria che tira. Anche su Diawara e Peredes: «Vorrei rimanere», dice l’argentino. Ma è l’uomo con cui la Roma vorrebbe far cassa per andare a caccia del colpo a centrocampo. A meno che non crollino le resistenze per Manolas, su cui James Pallotta ieri è stato meno perentorio (o forse solo più prudente) rispetto al passato: «A volte sa essere una spina nel fianco – ha detto il presidente –. Con lui ho parlato del contratto, non credo sia infelice. Al momento non abbiamo intenzione di venderlo, anche se non si sa mai cosa può accadere con i calciatori».
(gasport)