IL TEMPO (E. MENGHI) - Dal sogno Europeo si è dovuto svegliare bruscamente 5 giorni prima dell’esordio della sua Germania, per cui ieri Rüdiger ha potuto solo fare il tifo dalla sua stanza a Villa Stuart. Martedì si è fatto male, sabato era in sala operatoria e non ha esitato neanche un attimo nella scelta del chirurgo, perché ha visto con i suoi occhi di cosa è capace il «mago» del ginocchio, il professor Pierpaolo Mariani. Dopo aver fatto la revisione a Strootman, con il tedesco è stato un gioco da ragazzi per lui: "Si, stavolta era una situazione classica, senza particolari elementi di “difficoltà”. Le virgolette sono d’obbligo perché è sempre un intervento con una quota di insuccesso".
Quale tecnica ha utilizzato?
"Il trapianto con il tendine della rotula dello stesso ginocchio"
Ѐ stata la terza volta sotto i ferri per Rüdiger: è stato o sarà un problema?
"Aveva subito un intervento al menisco in passato, ma non c’entrava nulla e non ha sfavorito la nuova patologia. Non credo ci saranno rischi futuri. Antonio è un ragazzo positivo e ha una buona testa, quindi promette bene".
Tempi di recupero?
"Tra 3 mesi dovrebbe essere fuori dall’area medica riabilitativa e riunirsi al team tecnico. Poi la riatletizzazione dipenderà da tanti fattori. Spero nello stesso recupero di Ponce, 3-4 mesi, o di Totti: lo dico da medico e da tifoso".
A proposito di tifo: questione di giorni e rischiava di operare un giocatore del Chelsea…
"Esatto! Mi è capitato già di operare Mexes venduto al Milan. Rüdiger mi piace come difensore, ma non faccio il giochino dei “se”. Sono contento che ha scelto di venire da me e non è stata la società ad imporlo. Probabilmente lui ha recepito cosa è successo con Ponce, Capradossi e Strootman, però i medici della Nazionale tedesca, che hanno condiviso la decisione, non hanno vissuto la storia di Kevin ed è un riconoscimento che fa piacere".