LA REPUBBLICA (M. PINCI) - Il telefono che squilla a notte fonda, una chiamata dall’altra parte dell’oceano. Il rinnovo? Parliamone. Da una parte del microfono, direttamente da Boston, il presidente della Roma James Pallotta affiancato dal dg Mauro Baldissoni. Dall’altra Francesco Totti, nella sua villa romana.
Seimilacinquecento chilometri azzerati da una telefonata, mediata dal dg perché i due interlocutori potessero parlare: forse non ancora il sì definitivo, ma una disponibilità a parlarne. È la prima apertura al rinnovo da calciatore del capitano romanista, che a settembre spegnerà 40 candeline. Il segno che qualcosa si è mosso nelle intenzioni di Pallotta, fino a poche ore fa saldo nel considerare esaurita la carriera sportiva del numero dieci: lo voleva dirigente. Ora, perché il prolungamento per un altro anno possa diventare prospettiva concreta, deve iniziare una trattativa (anche economica, e non è secondario): presto per annunciare il più classico degli happy end, ma la porta aperta dal club con la telefonata sull’asse Boston- Roma è un bell’inizio. E tutti, dai dirigenti appena tornati in Italia, a Pallotta e fino a Totti, hanno continuato a parlare freneticamente della questione pure nella serata di ieri.
Spalletti e il presidente hanno apprezzato il comunicato distensivo di sabato di Totti. Che non vuole protrarre la questione oltre la fine della stagione (deve rispondere all’offerta arrivata dagli Emirati), quando è fissata la visita nella capitale del presidente. Vuole sapere se quella dell’8 maggio contro il Chievo sarà la sua ultima con la Roma, e pare che la telefonata dagli Usa l’abbia rassicurato molto. Anche i tifosi aspettano notizie al riguardo: nel dubbio, già 17mila persone hanno acquistato i biglietti. Persino i dissidenti della curva sarebbero pronti a tornare per salutare l’addio all’Olimpico del loro capitano. Comunicazioni ufficiali dovrebbero arrivare però soltanto dopo Genoa- Roma.