IL MESSAGGERO (L. DE CICCO) - Corse della metro B ridotte del 40%, disagi per 200-300mila romani, costi di gestione al momento non sostenibili, importanti carenze nei progetti presentati dai privati. E’ con queste quattro considerazioni che Atac ha bocciato il piano trasporti del nuovo stadio a Tor di Valle. E’ un rapporto durissimo quello che l’azienda municipalizzata ha consegnato agli uffici del Dipartimento Mobilitá di Roma Capitale. Tanto che ieri Legambiente ne ha parlato come di «una pietra insormontabile sul futuro dello stadio della Roma», tornando a chiedere a Comune e Regione di mettere la parola fine al progetto di Pallotta e Parnasi, che accanto allo stadio (che rappresenterebbe appena il 14% delle cubature) vorrebbero edificare una colata di cemento da quasi un milione di metri cubi destinati ad alberghi, uffici, negozi e ristoranti.
«RISCHI GESTIONALI» - Come se non bastasse l’inchiesta aperta dalla Procura di Roma, che ha messo nel mirino proprio le cubature record e la presunta utilità pubblica dell’opera, ora emergono anche le enormi falle del piano trasportistico. Nel mirino finisce il prolungamento della metro B fino a Tor di Valle, uno dei pilastri su cui dovrebbe reggersi tutto il sistema mobilità pensato per raggiungere lo stadio e il mega centro di negozi e uffici che dovrebbe nascerci accanto.
In due diversi documenti ufficiali Atac ha smontato pezzo per pezzo il piano. Nel rapporto del 22 giugno 2015, elaborato dal “Gruppo tecnico sulle simulazioni della tratta d’esercizio”, si legge che «a seguito di analisi e simulazioni trasportistiche gli interventi sulla Metro B risultano inefficaci e con alti rischi gestionali». Ancora più dura, e più dettagliata, è una seconda relazione sul progetto, datata 30 giugno, dove invece vengono messi nero su bianco «diversi elementi di criticità». Il più eclatante è rappresentato dalla drastica riduzione delle corse dei treni della metro a causa della bifocrazione della linea B dalla stazione di Eur Magliana in direzione Tor di Valle. I tecnici di Atac, dopo una serie di simulazioni, hanno preventivato una «riduzione dell’offerta con una flessione del 40% dell’attuale servizio». Un danno enorme per i cittadini che ogni giorno si spostano in metro, tanto che la relazione parla esplicitamente della «compromissione della regolarità del servizio tale da coinvolgere 200/300mila utenti».
I COSTI - Il prolungamento della rete poi, secondo Atac, comporterebbe anche «un incremento dei costi di esercizio», che al momento non sono coperti. Tutta la parte trasportistica presentata da Pallotta e Parnasi, che in teoria avrebbe dovuto essere definitiva, viene descritta come «carente di documentazione», mancando una serie di documenti fondamentali «relativi all’esercizio». Anche se Atac ieri ha voluto sottolineare di avere «scartato, in modo tecnicamente argomentato, l'ipotesi di doppio bivio sulla B/B1 a favore del potenziamento della Roma-Lido», di fatto la relazione demolisce uno dei punti qualificanti del progetto. La delibera approvata dal Consiglio comunale il 22 dicembre scorso infatti stabiliva come condizione necessaria per dichiarare il pubblico interesse il «potenziamento dell'offerta di trasporto su ferro a servizio dell'area di Tor di Valle e della città con frequenza di 16 treni/ora nelle fasce orarie di punta giornaliere, prioritariamente attraverso il prolungamento della Metro fino a Tor di Valle».
LA DIRAMAZIONE - Ecco perché allora Legambiente, con il vicepresidente nazionale Edoardo Zanchini, sostiene che la relazione di Atac «certifica di fatto lo stop al progetto dello stadio». «L'Atac - afferma Zanchini - mette per iscritto la propria contrarietà al prolungamento, con parere condiviso dal Dipartimento Mobilità del Comune, segnalando criticità insormontabili. Nel parere si sostiene che la biforcazione della metro B determinerebbe problemi sulla linea con la conseguenza di una riduzione del 40% dell'attuale servizio.
In pratica si sostiene che la biforcazione della linea attuale, che a Magliana avrebbe una diramazione verso Tor di Valle, sarebbe impossibile da gestire». Ecco perché a questo punto, secondo Legambiente, dato che «per la Roma-Lido non esiste in programma un potenziamento di questo tipo, l'iter del progetto deve essere immediatamente fermato».