REPUBBLICA.IT (M. PINCI) - Alla fine, i dirigenti nello spogliatoio hanno persino fatto i complimenti alla squadra. "Giocando così ne vinceremo tante", hanno detto ai calciatori nella pancia di Marassi, trovandoli a testa bassa dopo il primo ko stagionale. Insomma, chi temeva (o si aspettava) scossoni resta deluso: anche se nonostante la soddisfazione per il gioco anche i dirigenti si sono detti "preoccupati", visto che a questo punto si aspettavano "di avere qualche punto in più". I 55 milioni investiti in estate in fondo sembrano un motivo sufficiente per giustificare le attese: fin qui deluse.
DA QUI ALLA SOSTA GARCIA SOTTO ESAME - Quasi doppiata dall'Inter, separata dalla Juve soltanto dallo scontro diretto dell'Olimpico, superata da Milan e Lazio: alzi la mano chi si aspettava una Roma così dopo appena 5 giornate. A mettere l'accento sui limiti della Roma - incapacità di concretizzare la mole di gioco prodotta, insicurezze arretrate, errori individuali - è la gara che i giallorossi hanno giocato meglio: Dzeko costretto a orbitare in cerca di palloni puliti, è l'immagine più mortificante, la più preoccupante la media reti subite dall'infortunio di Szczesny (4 gol in 2 partite), che rischia di protrarsi però almeno fino alla sosta. La capitale ha così avviato il processo al gruppo, mettendo in cima all'elenco degli imputati il nome di Rudi Garcia. E c'è già chi gioca a immaginarne il successore: il sogno Ancelotti, la suggestione Montella (resta la clausola rescissoria in favore della Fiorentina), chissà chi altro. Da Trigoria ridono di fronte a chi mette in discussione Garcia. Ma la popolarità dell'allenatore, causa una serie di scelte poco felici, è in caduta libera anche negli uffici del club. A porsi una data di scadenza è stato lo stesso francese: "Giudicateci dopo Palermo". Ossia prima della sosta d'ottobre. Restano tre gare quindi: Carpi, Bate e poi i siciliani, per risollevare la Roma ed evitare scossoni.
PALLOTTA IN ARRIVO: DECIDE LUI - Quasi superfluo dire che il giudizio più determinante sarà quello di Pallotta. Le ombre nel suo stato d'animo si possono soltanto immaginare: di certo però sarà in Italia tra la fine di settembre e l'inizio di ottobre: in agenda ha una visita il 6 ottobre, al Mediolanum Forum di Assago, per vedere i suoi Boston Celtics contro l'EA7 Milano. In mezzo un soggiorno romano, occasione buona per provare a risolvere personalmente i problemi sorti per lo stadio (il parere negativo dell'Autorità di bacino sul rischio esondazioni; il caos treni) e per il main sponsor (l'accordo con Turkish Airlines è misteriosamente saltato a un passo dalle firme). Soprattutto però dovrà occuparsi della questione tecnica, a cominciare dall'allenatore: Pallotta è concettualmente contrario ai cambi in corsa e considera monsieur Rudi una sua creatura. In più - e non è secondario - il francese è blindato da un contratto da 2,8 mln netti a stagione fino al 2018. Che per il club vorrebbe dire, in caso di esonero, assumersi un rischio da quasi 14 milioni di euro. Insomma, la strada è complessa. Il 26 ottobre gli azionisti approveranno il progetto di bilancio al 30 giugno. Il bilancio della stagione sportiva, invece, inizia già a segnare rosso.