Viviani: "Roma, serve pazienza. Domani giocheremo fino alla morte"

22/08/2015 alle 01:39.
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AS ROMA MATCH PROGRAM (F. VIOLA) - Sabato 22 agosto, la gara che apre il campionato è Hellas Verona-Roma al Bentegodi. Federico Viviani, classe '92, è il doppio ex con cui presentiamo la partita. Il centrocampista è particolarmente coinvolto. E' infatti alla prima stagione in maglia gialloblù dopo essere cresciuto nelle giovanili della Roma.

Inizia il campionato e la prima gara la coinvolge già in maniera particolare, come sta vivendo le ore che la separano al fischio d'inizio?
“Una grande emozione: a Roma ho passato 7 anni importantissimi. Sono cresciuto con la maglia giallorossa addosso. La Roma mi ha fatto diventare un calciatore vero”.

Con la Primavera della Roma ha vinto lo Scudetto. Un gruppo di calciatori forti, in tanti siete arrivati in Serie A. Antei, Barba, Politano...e
"Eravamo un grandissimo gruppo, stavamo bene insieme in campo e fuori. È indubbio il valore di mister , un allenatore che ha la grande dote di non far mai sentire le pressioni ai suoi giocatori, che ha portato un gruppo fino al calcio che conta. Ci si allenava sempre con il sorriso”.

A proposito di , come lo valuta terzino?
“Alessandro ha la duttilità di ricoprire parecchi ruoli, una qualità così marcata che hanno in pochi”.

Pre campionato della stagione 2011/2012. Il mister Luis Enrique a fine ritiro dichiarò: "Viviani è stato il giocatore che mi ha impressionato di più". Cosa ricorda di quel periodo?
“Io non avevo letto i giornali quel giorno e fu Nicolas Burdisso a dirmi che il mister aveva parlato bene di me. Gli devo molto, ha creduto in me da subito e mi ha portato avanti. Mi è stato molto vicino anche il vice De La Pena, spesso si metteva dietro la porta in allenamento e mi consigliava come muovermi…”.

Come mai non andò bene Luis Enrique a Roma?
"Si capiva sin dai primi momenti che era un grande allenatore. Voleva far giocare la palla alla squadra anche in condizioni di difficoltà”.

E cosa accadde?
“Roma è sempre stata croce e delizia. I tifosi sono molto appassionati e vicini alla squadra. E vogliono i risultati… presto. Il mister avrebbe avuto bisogno di un po’ di tempo, di un ciclo di due tre anni per far valere il suo credo calcistico”.


Il suo esordio non avvenne in una gara qualunque... Roma- il 12 dicembre 2011

“Nella settimana precedente la gara il mister mi aveva provato tra i titolari e si parlava infatti di un mio possibile impiego. Ma quando il mister, un’ora prima della partita, mi ha detto che sarei partito dal primo minuto non è stato possibile non emozionarmi. Esordire nell’Olimpico gremito, davanti a sessantamila spettatori, una sensazione che non dimenticherò mai”.

Poi a fine stagione il mister andò via e lei venne mandato a fare esperienza in Serie B
“Fu una scelta condivisa con il direttore e la società. Confesso che non fu facile lasciare un palcoscenico di primo livello come la Roma, ma sono stati anni importanti, determinanti per la mia crescita umana e professionale”.

Arriviamo ad oggi, cosa si aspetta da questa stagione?
“Mi impegnerò al massimo per poter crescere ancora, per cercare di migliorare i miei difetti".

Che gara sarà sabato sera al Bentegodi?
"La prima partita della stagione fa storia a sé. Le squadre ancora si stanno definendo nei dettagli con gli ultimi innesti. Noi giocheremo fino "alla morte", contro la Roma non puoi giocare sotto al 100%".

Un giudizio su ?
“Non ho mai avuto modo di parlarci personalmente, in questi anni sono sempre stato in contatto con il Direttore. Mi sembra un allenatore con una forte personalità. Appena arrivato ha fatto subito parlare di sé. Nelle sue dichiarazioni si evidenziava un gran coraggio sempre per il bene della squadra”

La Roma di questa stagione le piace?
“È una corazzata che si è rinforzata tanto. Può lottare fino alla fine per importanti obiettivi”.

Il suo idolo è sempre ?
“Certo. Un giocatore completo e fortissimo. Con tutti i consigli e le cose che mi ha detto quando ero alla Roma… Un campione completo dentro e fuori dal campo. Da calciatori come lui hai solo da rubare con gli occhi”.

L'ultima, prima di salutarla: se dovesse togliere un calciatore alla Roma, chi non vorrebbe incontrare?
“Se potessi togliere una pedina alla Roma sceglierei sempre e comunque il ! Nonostante l’età è dotato di una intelligenza e di doti davvero uniche. È il calciatore più forte con cui ho avuto la fortuna di giocare. È quello che ha sempre le qualità di cambiare il volto delle partite. A doti tecniche soprannaturali che gli ha dato madre natura unisce la voglia di migliorare sempre. Mi ricordo che ad ogni ritiro si presentava sempre al top della forma… anche questo è uno dei suoi segreti”.