GASPORT (D. STOPPINI) - Mari e monti, perché è giusto così. Perché Francesco Totti ha sempre messo d’accordo tutti. Sempre, tranne l’ultima stagione, quando le critiche per un rendimento al di sotto dei suoi standard si sono sprecate. Vallo a dire che ne ha gestito il minutaggio in maniera un po’ così. E pure a chi non poteva piazzarlo in panchina perché a guardare le alternative — sempre che fossero a disposizione — c’era da mettersi le mani nei capelli. E allora mare e monti. Per un altro sprint. Per allontanare il rischio che l’aggettivo «ultimo» accompagni tutti i prossimi passi di Totti nella Roma: l’ultimo ritiro, l’ultimo campionato, l’ultima Champions, l’ultimo derby.
L’AGENDA Niente ultimo, Totti già corre. Corre al mare, in Grecia: rientro in Italia oggi, dopo aver festeggiato in beata solitudine i 10 anni di matrimonio con Ilary Blasi. Corre a Sabaudia, dove trascorrerà i prossimi giorni, prima di un’altra settimana al mare in Italia (Sardegna?). E prima dei monti, uno dei segreti per presentarsi a Pinzolo, il 6 luglio, più avanti dei suoi compagni. Il programma è fissato: tre giorni pieni a inizio luglio, 72 ore nel Palace hotel di Herni Chenot e Merano, lì dove il capitano si depura, ricarica le batterie, fa il pieno di energia. Il tutto, come al solito, affiancato a una dieta che più passano gli anni più deve essere scrupolosa: carne bianca in abbondanza, pesce idem, pasta poca, dolci neppure a parlarne. Gli strappi alla regola? Sì, siamo pur sempre in vacanza. Ma con moderazione. Perché per programmare uno sprint, una partenza lanciata, i particolari faranno per forza di cose la differenza.
CON UN BIG E la differenza Totti vuole continuare a farla ancora, che una cosa in testa ce l’ha ben chiara: non vorrà mai smettere di giocare a calcio rischiando di essere considerato un peso per la Roma. Vuole smettere da calciatore vero. E oggi sente ancora di poter dare qualcosa di concreto nella rincorsa al secondo scudetto in maglia giallorosso, impresa che non è riuscita a nessuno. A quel punto, il rinnovo di contratto sarà una naturale conseguenza. Di fronte a una partenza lanciata, in virtù del rapporto con il presidente James Pallotta, la chiamata per allungare oltre giugno 2016 l’accordo sarà scontata. Perché se i ragionamenti di Totti si fermano al campo, quelli della società vanno anche oltre. Vanno a un personaggio che è ancora di gran lunga quello che fa vendere più maglie in giro per il mondo. È il più richiesto nelle tournée estive — in Australia e in Indonesia già lo aspettano —, è l’icona di un club che mondiale vuole diventare ma mondiale al momento è solo grazie al faccione di Francesco. Al suo selfie, ad esempio, che entrerà nelle esultanze di Pes 2016 e Fifa 2016, i videogiochi di calcio più famosi del mondo. Totti c’è. C’è oggi, alla prima estate in cui la Roma si immagina senza il numero 10 da titolare. Garcia ha chiesto un centravanti, Sabatini ha puntato Bacca, Dzeko è il sogno, Higuain sarebbe il top: ecco, Totti ne vorrebbe uno così alla Roma. Per giocarci insieme. Per vivere meglio i suoi prossimi 39 anni. Per vincere un secondo scudetto. Per regalare alla Roma bollicine da champagne millesimato, annata 1976: non si beve spesso, solo nelle grandi occasioni.