IL TEMPO (F. M. MAGLIARO) - «Noi abbiamo condotto un’ottima campagna di sondaggi e mi sento di affermare che i risultati sono eccellenti». Claudio Vercelli, ingegnere e direttore della Geores, la società che ha condotto la prima parte degli scavi nell’area dello Stadio, spiega alcune espressioni contenute nella varie relazioni geologiche.
«Normalmente, soprattutto in presenza di situazioni così particolari come l’ansa di un fiume, di un’area così vasta come questa e di un progetto con edifici così imponenti, dopo la prima fase di sondaggi è sempre consigliabile eseguirne di ulteriori. Certo, nelle aree esterne alla proprietà di Eurnova i sondaggi devono ancora essere iniziati anche se siamo ormai a giorni», almeno per le aree non di proprietà di privati.
Il programma complessivo delle indagini geognostiche e sismiche eseguito nell’area, ha previsto l’esecuzione 19 sondaggi geognostici a carotaggio continuo (utilizzando cioè un sistema di perforazione con una "punta" del diametro di 10,1 centimetri e una serie di "prolunghe" che hanno consentito di raggiungere grandi profondità), spinti a profondità di 70 metri, 9 sondaggi a 12 metri sempre a carotaggio continuo e una serie di 344 diverse rilevazioni e test di differenti tipi per stabilire la permeabilità dei terreni, le prove antisismiche e via dicendo.
«Le risultanze che abbiamo ottenuto - spiega ancora l’ingegner Vercelli - ci indicano dei terreni molto migliori di quelli che potevamo pensare» con una resistenza e un grado di solidità maggiori del preventivabile, composti prevalentemente da ghiaia, sabbia, argilla e torba in quantità miste e variabili.
«Per quanto riguarda le aree esterne, va considerato che, sì, certo, la legge ci impone di effettuare dei sondaggi, senza specificarne la quantità per altro, ma che l’attuale stadio di progettazione delle opere che ricadranno sulle aree non di proprietà tiene conto di una amplissima "letteratura" preesistente. Noi, infatti, sia dove i sondaggi li abbiamo condotti che dove ancora devono essere effettuati, ci siamo avvalsi di dati in possesso di Acea, dell’Anas sia per il lato della via Ostiense-via del Mare che per quello al di là del Tevere, del Comune e dell’Università. Si tratta, come è facile capire, di un materiale molto vasto che consente di procedere con una progettazione che poi potrà essere integrata con i risultati degli ulteriori rilievi. In ogni modo, credo di poter affermare che questa fase possa essere considerata definitiva a livello di progettazione delle opere».