CORSERA (G. PIACENTINI) - Il quartier generale della Roma si è spostato di qualche migliaio di chilometri rispetto alla sede di Trigoria. Oggi infatti il presidente Pallotta riceverà negli uffici della Raptor di Londra lo stato maggiore giallorosso: la parte italiana – il d.g. Baldissoni, il d.s. Sabatini – e quella americana, composta dal Ceo Italo Zanzi, da Alex Zecca, e dal responsabile del progetto stadio, Mark Pannes.
Alla compagnia si aggregherà domani il tecnico Rudi Garcia, che raggiungerà la city direttamente da Parigi, dove si trova in vacanza. Si tratta di una riunione programmatica, minimizzano da Trigoria, ma che dopo le recenti parole del tecnico assume un significato diverso. Oltre ai punti all’ordine del giorno – budget per il prossimo mercato, cambi nello staff medico, atletico, nomina del nuovo team manager e naturalmente aggiornamento sul progetto stadio che dovrà essere presentato entro il 15 giugno in Campidoglio – si parlerà del futuro del tecnico francese.
Nonostante le rassicurazioni, infatti, la posizione di Garcia, che ha un contratto a 2.5 milioni netti a stagione fino al 2018, non è più così solida. In attesa di «misurare» l’arrabbiatura di Pallotta, che non ha gradito molti passaggi della conferenza pre-Palermo, la dirigenza si è mossa per non farsi trovare, eventualmente, impreparata.
Sondaggi ci sono stati con molti tecnici: da Conte («Resterà in Nazionale fino al termine del contratto» ha dichiarato Oriali, team manager azzurro) a Montella, passando per Unai Emery, che però sta valutando un’offerta da 3,5 milioni a stagione del Napoli che la Roma non può pareggiare.
Ma la vera suggestione ha il nome di Maurizio Sarri: Sabatini ne ha parlato a lungo con l’agente valutandone pro (grande preparazione tattica e capacità di valorizzare i giovani) e i contro (totale inesperienza in società di prima fascia e nessuna abitudine ad allenare campioni). Un’idea simile, il d.s., l’aveva avuta con Stefano Pioli, prima di cedere alla piazza e virare su Zeman.