IL TEMPO (A. AUSTINI) - Non è un ritiro. E infatti si dorme a Trigoria a giorni alterni. Ma un «richiamo all’attenzione» visto che la Roma in tre partite si gioca la Champions e il futuro. Basterebbe in realtà vincere le prossime due per garantirsi il secondo posto, ecco perché la società è orientata a trattenere i giocatori più tempo dentro il «Fulvio Bernardini» fino al derby del 24 maggio.
L’inusuale ritiro a intermittenza è scattato ieri: giocatori convocati alle 10, allenamento a seguire, poi pranzo in gruppo e un paio di riunioni nella sala video per analizzare i problemi della squadra e discutere sulle soluzioni insieme a Garcia. Alle 17, però, libera uscita che durerà fino al pomeriggio di oggi, quando tutti dovranno ripresentarsi per l’allenamento previsto alle 18, e poi dormire nelle rispettive stanze di Trigoria. Domani sveglia presto: la seduta è fissata alle 9, poi altre riunioni seguite da qualche ora libera (che alcuni giocatori sfrutteranno per tornare al Foro Italico) ma bisogna tornare per cena, senza l’obbligo di trascorrere la notte in ritiro. Si riprende di nuovo venerdì pomeriggio: in campo alle 17 e fino alla partita con l’Udinese si resta tutti insieme. La Roma trascorrerà le due notti precedenti alla sfida a Trigoria, mentre domenica mattina si sposterà in albergo per vivere le ultime ore di attesa. Ed è molto probabile che un programma simile verrà stilato per la prossima settimana, quella più delicata vista la posta in palio nella stracittadina.
L’elaborato calendario di appuntamenti è stato stilato da Garcia insieme ai dirigenti, dopo tre giorni di riflessione: gli ultimi ritocchi nella riunione di ieri mattina. Né Rudi né la società sono convinti dell’utilità di un ritiro, usanza peraltro molto italiana. Ma stavolta, considerato il momento cruciale, si è deciso di dare un segnale forte al gruppo, senza però sconfinare in una punizione vera e propria: l’intento del club è più «costruttivo», sperando che il tempo maggiore passato insieme possa ricreare una coesione nel gruppo fondamentale per vincere le partite. Che i comportamenti di alcuni non siano piaciuti è stato chiaro già nell’agitata notte di Milano: rientro obbligatorio per tutti in aereo e convocazione domenica mattina presto per la strigliata dell’allenatore (poi partito verso Parigi per motivi familiari) e la seduta di scarico. Ieri il nuovo messaggio chiaro, stavolta scritto da Garcia e i dirigenti: ai calciatori è stato consegnato un foglio contenente una sorta di «vademecum» a cui attenersi nei prossimi giorni. Regole base di comportamenti da rispettare e l’invito ad evitare distrazioni.
La squadra non ha potuto far altro che accettare, un po’ a malincuore perché stare in ritiro, anche se «a intermittenza», non piace a nessuno. Se sarà servito a qualcosa lo inizieremo a capire domenica sera, in una gara da vincere a tutti i costi. Rudi non potrà contare sullo squalificato Florenzi e l’infortunato Gervinho: gli esami a cui si è sottoposto ieri l’ivoriano hanno confermato la lesione del bicipite femorale della coscia destra. Tempi di recupero stimati in tre settimane e stagione praticamente finita, anche se i medici proveranno a rimetterlo in campo con il Palermo. Difficile. Domenica dovrebbe tornare Totti dall’inizio, con Iturbe e uno fra Ljajic e Ibarbo. A centrocampo vuole rientrare Keita: ce n’è bisogno visto che Pjanic continua ad avvertire dolore alla caviglia. In difesa si rivede Holebas insieme agli altri due greci e a Yanga-Mbiwa in vantaggio su Astori. Maicon vuole provare a recuperare per il derby. Sarebbe una notizia splendida per Garcia, alla disperata ricerca di personalità dentro una rosa impaurita. E distratta.