IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Francesco Totti è pronto. O meglio, lo era anche domenica, ma poi a Torino è rimasto in panchina per tutti i novanta minuti (più recupero). Roma-Atalanta sembra essere la sua partita: si gioca all’Olimpico, sarà passata un’altra settimana di allenamenti e soprattutto, ora più che mai, la squadra ha bisogno di ritrovare la vena delle sue punte, che non vanno in gol ormai da tempo: l’ultimo dei giocatori con la scritta “attaccante” sopra il nome su Wikipedia o su un qualsiasi album delle figurine ad aver gonfiato la rete avversaria si chiama, appunto, Francesco Totti. Un caso? Forse. Quindi sarà banale, conformista, retorico, ma alla fine Garcia, che un po’ per volontà e un po’ per necessità ha provato e dovuto a fare a meno di lui ma i risultati non sono stati confortanti, ora lo aspetta a braccia aperte. L’attacco non va e se la Roma ha ancora bisogno di un ragazzo di trentotto anni, qualcosa non va. Totti doveva essere la ciliegina e invece per una buona fetta della stagione ha dovuto fare gli straordinari, perdendo via via lucidità e condizione fisica. In un momento era insostenibile giocare con lui, visto che nessuno dei suoi compagni stava in piedi. Era un lusso nel lusso.
IL CAMBIO DI ROTTA Adesso la situazione può leggersi in maniera diversa. La squadra sembra reggere la partita con un minimo di brillantezza in più e Francesco, in una squadra che gira, può tornare a essere determinante, non tanto sotto porta, ma quantomeno per lanciare come una volta le punte che giocano al suo fianco: Iturbe, ad esempio, o Gervinho, che sta per tornare, o magari Doumbia stesso, che per sbloccarsi, forse, ha bisogno di una palla un po’ più giocabile. Totti c’è per questo rush finale da brivido, rincorrendo la Lazio che è volata davanti alla sua Roma. La Lazio sì, la squadra ha cui ha segnato due gol su azione (i suoi ultimi all’Olimpico). Due gol tutti insieme, sembra una vita fa. L’ultima volta che lo abbiamo visto all’Olimpico c’era una Sud avvelenata per l’eliminazione dall’Europa League contro la Fiorentina, lui era in tuta, non aveva giocato nemmeno un minuto. Era l’andato dai tifosi insieme con qualche suo compagno per calmarne l’ira. In campo nel suo stadio, invece, il 16 marzo scorso: Roma-Sampdoria, ha giocato fino al 18’ del secondo tempo, lasciando poi il posto a Verde. Quattro giornate fa. E’ fermo a cinque gol in campionato, a tre dalla quota della passata stagione. Torna con un pizzico di rabbia per l’esclusione di domenica. Si aspettava di giocare, almeno nel secondo tempo. Invece è entrato Doumbia.
IL CONTRATTO Totti l’ha detto a più riprese: vorrebbe giocare fino a quarant’anni. Ma il suo accordo attuale scade a giugno del 2016, ovvero a tre mesi dall’età in questione. Pallotta, tempo fa, aveva dichiarato che il tutto sarebbe stato fisiologico, ma oggi l’impressione che non sarà così fisiologico. L’estate - questo almeno filtra - passerà senza che nessuno proporrà a Francesco un altro anno di contratto. Poi si vedrà, ma non ci sono certezze e non se ne sta parlando. E se Totti oggi dovesse puntare un euro sul suo rinnovo, si terrebbe i soldi in tasca. Ma tutto può cambiare in un attimo.