IL MESSAGGERO (M. DE RISI) - Stanno incrociando le immagini - foto e video - di coloro che hanno esposto lo striscione contro la madre di Ciro Esposito con i filmati all’entrata dello stadio e con i nomi dei tifosi di curva sud che hanno passato il biglietto ai tornelli. Alla Digos stanno facendo un lavoro certosino, non certo semplice, che sta però stringendo il cerchio e per il quale ci sono pochi dubbi: è questione di ore, ma i responsabili della preparazione e dell’esposizione dello striscione saranno identificati. Problema: il messaggio può essere eticamente condannabile, ma è assai complicato individuare una fattispecie di reato. Dovrebbe essere dimostrata l’ingiuria e solo in quel caso allora scatterebbe anche il Daspo. Dunque alla fine non rischia nulla chi ha esposto lo striscione sotto accusa (c’era scritto: «Che cosa triste...lucri sul funerale con libri e interviste»)? No. Gli autori potrebbero essere multati per violazione del regolamento dell’impianto. E se sono alla seconda sanzione, scatta il Daspo. Secondo un investigatore però c’è un’altra ipotesi che porta al divieto di tornare allo stadio: se si dimostra quei tifosi non erano nel posto assegnato in base al biglietto, rischiano un’altra sanzione e, dunque, la doppia multa causerebbe da subito il Daspo.
LAVORI - In parallelo si gioca un’altra partita: rendere più sicuro e controllato lo stadio Olimpico, con un progetto di estensione delle telecamere che, ad esempio, avrebbe semplificato il lavoro della Digos di individuazione degli autori dello striscione. Non si tratta solo di un problema numerico, ma anche di tecnologia delle telecamere che, dal 2007, quando sono state installate quelle in funzione, è ovviamente migliorata. C’è un progetto, inizialmente discusso in questura e nel comitato per l’ordine e la sicurezza, che prevede telecamere in grado di monitorare l’accesso ai tornelli e dare subito un nome e cognome al tifoso in base al biglietto o alla tessera passati nel lettore del codice a barre. Video sorveglianza più sofisticata sarà aumentata sul lato nord e sud. Tutto sarà fatto entro il prossimo campionato, ma sarà chiesta una compartecipazione economica a Roma e Lazio. Ieri il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha annunciato che il piano ha avuto il via libera: «Abbiamo approvato ulteriori investimenti per telecamere, tornelli e accessi. Ma c’è un problema di norme e di giustizia sportiva. Si possono individuare le persone ma poi si finisce sempre sotto la giurisdizione del mondo sportivo».