LA REPUBBLICA (M. PINCI) - Nella sfilata di sguardi bassi del dopo Empoli, quarto pareggio consecutivo chiuso dai primi fischi dell’Olimpico alla Roma di Rudi Garcia, basta poco per dar voce alla crisi. Basta chiedere ad Alessandro Florenzi quello che nel raccordo anulare si chiedono tutti: cosa sia successo alla squadra, perché l’armata di inizio stagione non riesca più a vincere. Lui si lascia andare: «Non lo so, chiedilo al mister...». Una saetta che apre il fronte dei rapporti squadra-allenatore, antipasto del clima da resa dei conti del giorno dopo a Trigoria, un’agitazione che rischia di aprire una crepa nel legame con il tecnico, sin qui saldissimo.
L’allenatore non è (ancora) in discussione all’interno del gruppo, meno in società — anche se nessun allenatore è intoccabile — ma i risultati deludenti tolgono certezze e convinzione. Le gambe non girano, quell’inconsistenza soprattutto fisica che i calciatori si riconoscono la imputano ad alcune figure — una nello specifico — dello staff, il venir meno della fiducia verso il preparatore Rongoni rischia di minare anche quella per Garcia. Agitando i nervi in campo (il pugnetto di Pjanic, a rischio squalifica con prova tv, ne è una prova) e fuori. Così può persino capitare di ritrovarsi a discutere vivacemente di arbitri con allenatore (nell’intervallo) e presidente dell’Empoli, come occorso al dg Baldissoni.
Quasi inevitabile trovarsi di fronte, nel raduno di ieri mattina al centro sportivo: un faccia a faccia tra squadra e allenatore, per guardarsi negli occhi, capire cosa si sia rotto. Toni accesi, sguardi bassi. «Dovete dare tutti di più, stiamo attraversando un momento delicato», la presa di posizione di Garcia, che le colpe non le imputa ai calciatori ma le condivide con loro. Sa che la squadra si sta sfaldando: le ultime gare riflettono l’immagine di un organico che ha smarrito il canovaccio e fatica ad affidarsi all’improvvisazione. «Ma di una cosa sono sicuro — la chiusura di Garcia — che uniti ne usciremo presto».
Un augurio, più che una certezza. Come non bastasse intanto la Roma continua a perdere pezzi: dopo Strootman, out fino a fine campionato, si ferma anche Iturbe. La doppia distorsione ha causato una lesione al collaterale del ginocchio destro e un interessamento capsulo-legamentoso della caviglia, almeno un mese e mezzo di stop, ma i tempi dipenderanno dalla cicatrizzazione. Brutte notizie anche dalla Coppa d’Africa: Gervinho (ieri a segno) e Doumbia restano con la Costa d’Avorio, in semifinale dopo aver battuto 3-1 l’Algeria. Se non altro arriverà l’ala del Cagliari Victor Ibarbo, ingaggiato in prestito oneroso — 2,5 milioni ai sardi — con riscatto non obbligatorio fissato a 12,5. In extremis tentativo anche per Chiriches, ma il Tottenham spara alto, 3 milioni per il prestito di 6 mesi. «E poi siamo già troppi». Eppure nonostante la rosa di 28 uomini, sabato rischia di partire dall’inizio un Primavera.