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La Roma aspetta il Potere Nero: «Arriviamo noi»

10/02/2015 alle 08:42.
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GASPORT (M. CECCHINI) - Con il dovuto rispetto per i vincitori di tutte le epoche, gli antichi romani di festeggiamenti se ne intendevano davvero. Pensate che nel 202 avanti Cristo – dopo aver vinto la battaglia di Zama contro il cartaginese Annibale, atto finale della Seconda Guerra Punica – Publio Cornelio Scipione si meritò l’appellativo di «l’Africano » arrivando a Roma dopo aver risalito tutta l’Italia meridionale in una sorta di processione che, raccontano le cronache, si trasformò in un unico, ininterrotto trionfo personale che durò settimane.

TRIONFO A ABIDJAN Con queste premesse, l’accoglienza eccezionale che ha accolto ieri a Abidjan i campioni d’Africa della Costa d’Avorio è stata cosa che può colpire noi frettolosi contemporanei e nulla più. In realtà ieri nella capitale la festa è stata gigantesca. Migliaia di persone vestite di arancione (il colore della squadra), guidate dal presidente Alassane Ouattara e da diversi membri del governo, hanno accolto la squadra all’aeroporto, scortandola fino allo stadio «Felix Houphouet-Boigny» dove è stata santificata la giornata di festa nazionale proclamata dalle autorità.

CHIAMA Ma anche le prossime ore si annunciano calde per Gervinho e Doumbia, protagonisti del successo degli Elefanti nella manifestazione. Per questo a Trigoria, complice anche il match non irresistibile che attende i giallorossi (il Parma), sanno che difficilmente potranno rivederli al lavoro prima di giovedì, senza contare che non è escluso che il nuovo attaccante debba fare anche un blitz a Mosca per ritirare alcuni effetti personali. Ciò non toglie che non abbia perso l’occasione per complimentarsi con i suoi ragazzi, sottolineando come con la loro presenza la squadra potrà tornare competitiva al massimo. Lo stesso pensiero del «fratello» africano , che col Mali ha ottenuto in carriera 2 terzi posti in Coppa d’Africa.

SEDIE E URLA Lo psicodramma conclusivo dei calci di rigore a oltranza, comunque, ha messo in evidenza la diversità di carattere di Gervinho e Doumbia. Il primo, seduto su una sedia di plastica, ha voltato le spalle al campo perché non reggeva la tensione, e i fotomontaggi di lui seduto, accanto a vip di tutto il mondo, ieri ha fatto il giro de web. Il secondo, invece, ha gridato come un pazzo nelle battute finali. «Dopo che il Ghana è passato in vantaggio per 2-0 nella serie – ha detto Gervinho, entrato nella squadra ideale della manifestazione – mi sono alzato dalla panchina e ho dato le spalle al campo. Forse questo ci ha portato fortuna. Ma, sinceramente, non credevo più che ce l’avremmo fatta. Era difficile guardare i rigori, è stato tutto così stressante e ho avuto tanti brutti pensieri. Perdere anche stavolta sarebbe stato deludente ». Più grintoso Doumbia: «È stata una notte magica , una sensazione incredibile. Un’attesa lunga 23 anni è finita».

A Ma del nuovo «Potere Nero» romanista fa parte anche , che ieri era a per l’ultima visita di controllo al tendine rotuleo del ginocchio da parte del professor Cougat. Le sensazioni sono positive. L’attaccante, come ha detto , andrà gestito, ma adesso potrà concentrarsi sulla guarigione del polpaccio infortunato.

RINNOVO L’ultima notizia sul fronte attacco riguarda . Il serbo ha contratto fino al 2017 con una clausola di rescissione pari a circa 25 milioni. Ebbene, visto l’ottimo rendimento stagionale, il club sta pensando di prolungargli il contratto innalzando la clausola e aumentando l’ingaggio, pari a circa 2 milioni. Impressioni? Mossa intelligente. D’altronde per vincere non è detto che basti solo il «Black Power».

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