GASPORT (A. CATAPANO) - «Non abbiamo nulla da dirci io e Pallotta sullo stadio della Roma». Fine delle comunicazioni. Poche parole, ma pesanti come macigni. Non dette pub blicamente. Ma fatte arrivare. La sostanza non cambia: il presidente della Regione Lazio fa sapere di non avere in agenda un incontro con il presidente della Roma sul progetto Tor di Valle, né di volerlo incontrare. «Non ce n’è motivo. Almeno non ora».
C’È UN PROBLEMA - Stupore. Perché in molti tra gli addetti ai lavori ieri sera erano ancora con vinti che un incontro Zingaretti Pallotta fosse in programma, o addirittura ci fosse già stato (magari anche solo una telefonata). E del resto non è un mistero che tra gli appuntamenti «commerciali» di questi giorni, uno dei quali particolarmente importante con gli uomini di Etihad, Pallotta ne avesse inserito anche uno istituzionale, proprio col Governatore del Lazio. Gelo. E preoccupazione. Perché al netto delle abitudini comunicative di Nicola Zingaretti — riservatissimo, non si compromette mai, non è un caso lo chiamino Sua invisibilità —, si avverte la sensazione che la Regione non sia proprio bendisposta nei confronti del pro getto di Parnasi e Pallotta. Ai quali, infatti, qualcuno dalla Pisana avrebbe già inviato il seguente messaggio: ci prenderemo tutto il tempo che la legge ci concede per valutare il vostro progetto, cioè 180 giorni. Nell’atteggia mento di Zingaretti qualche ben informato ci legge anche un messaggio al Comune, che ha già manifestato il suo interesse ad aprire i cantieri il prima possibile, per dare una chance di lavoro alle imprese (a patto, ovviamente, che i progetti esecutivi da ripassare in Campidoglio contengano anche le opere pubbliche): non mi tirate in ballo e, soprattutto, non mi mette te fretta. Sia come sia, Pallotta potrebbe avere un problema da risolvere. Lui sì in fretta.