Roma, adesso o mai più

23/01/2015 alle 08:33.
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IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Di riparazione, in passato, era il mercato d’autunno. Oggi è quello d’inverno. Lo slittamento nel bel mezzo della stagione aiuta: c’è più tempo per riflettere sulle necessità evidenti e intervenire nei ruoli scoperti. Anche la Roma dovrà approfittarne. Per aggiustare l’organico. Non potrà restare a guardare le altre, come avrebbe sperato cinque mesi fa. Interventi, dunque, non previsti e oggi essenziali per correggere le operazioni fatte, in entrata e in uscita, la scorsa estate, quando sono state trattati con troppa enfasi certi acquisti e celebrate con eccessiva esaltazione alcune partenze. Sbagliare è umano. Sia per chi è chiamato a individuare, all’interno, i rinforzi sia chi, da fuori, si è affannato a battezzarli subito campioni. Perseverare sarebbe deleterio. La corsa scudetto, con la a + 5, dipenderà dagli investimenti del momento. Perché questo gruppo non è solo incompleto. Ora è pure debilitato. Andate a leggere gli assenti di ieri, compresi i nazionali e Gervinho. Sta per finire la terza settimana della finestra di gennaio e mancano 11 giorni alla chiusura delle negoziazioni (lunedì 2 febbraio). Il club giallorosso si prepara a fare 2 colpi. Ne servirebbero, però, il doppio.

Urgenze e rifiniture -  è costretto a sistemare due reparti. Innanzitutto l’attacco: Gervinho è lontano, arretra da terzino (, frenato dal ginocchio, fatica a lavorare e quindi a giocare; , dall’inizio della stagione, sta più infermeria che in campo) e da qualche gara va in campo non al meglio. Ecco perché il ds prenderà l’esterno offensivo: (o Konoplyanka) in prestito leggermente oneroso sta bene alla proprietà come al tecnico. L’altro innesto in difesa. Salutato , la Roma ha subito perso pure . Passando dai due titolari del campionato scorso, la miglior coppia della serie A, ai tre nuovi Astori, Yanga Mbiwa e , è chiaro che ci abbia rimesso. E ha anche un uomo in meno in rosa (partiti pure Toloi e Romagnoli): , sempre più difensore che centrocampista, era qui anche un anno fa. Da Chiriches a Munoz: nessuno dei due vale o . Ma numericamente il centrale è d’obbligo. Oltre le due priorità, sarebbe il caso di fare altro. A cominciare dal centravanti da tenere in panchina: perché Borriello in un modo o nell’altro si prepara a uscire di scena e resta in altalena (ha la testa a Milano e, pure se rimane qui, caratterialmente e tatticamente sembra fuori dal coro). L’altro investimento è scontato: il terzino. Oggi Darmian sarebbe l’ideale (come Santon cercato in precedenza), perché gioca su entrambi i lati. Domani Bruno Peres come sosia di .

Lacune annunciate - Ripartire dal via fa male. Perché alcune carenze erano chiare in partenza. All’appello mancano proprio due terzini. A sinistra sono stati accolti Emanuelson e Cole. Il primo, fuori pure dalla lista , si allena già con l’Atalanta; l’altro, invece, è ormai panchinaro e non vuole ovviamente andarsene (ingaggio: 2 milioni e 400 mila euro). L’olandese non è stato nemmeno una scelta mirata: preso a contorno dell’affare su input del potente Raiola che è sempre meglio avere amico. L’inglese, scartato da Mourinho, è arrivato gratis: colpo a salve, però. A destra, con e logorati dal mondiale, non si è presentato nessuno. Jedvaj, appena ceduto all’amico Voeller, è titolare con il Bayer Leverkusen e la plusvalenza non basta nemmeno a pagare mezzo ingaggio di Cole. , undici mesi fa, chiese Jackson Martinez. Con la stessa cifra (31 milioni) è stato ingaggiato . Che, mistero oneroso fino a martedì sera, si è appena riacceso, segnando il terzo gol stagionale. Ma lì davanti, dove è stato confermato in estate con poca convinzione di tutti (anche dell’interessato), manca qualcosa. E di pesante, nel senso di esperto. Perché Sanabria andrà a giocare, come . Priorità, per il presente, ancora ai senatori.

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