Garcia-Roma ad alta tensione

19/01/2015 alle 09:35.
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LEGGO (F. BALZANI) - Due vittorie e quattro pareggi in sei partite; 7 gol fatti, 5 subiti e un solo impegno europeo (la sconfitta col ) di mezzo. Gli ultimi 40 giorni hanno messo in mostra il lato debole della Roma di incapace di spaventare la e di raggiungere quel primo posto per ora conquistato solo a parole. La prestazione di Palermo - che chiude un girone d’andata in segno negativo rispetto allo scorso anno (tre punti e 7 gol fatti in meno) quando però non c’era la - ha scosso gli animi anche dei tifosi più ottimisti e non è passata inosservata a Trigoria. Nel post partita di Palermo ha dovuto alzare la voce: «Adesso basta, prendetevi le vostre responsabilità! Io ci ho messo la faccia e devo sempre stare qui a svegliarvi!». Al tecnico (oltre alla scarsa personalità di alcuni elementi) non sono piaciute le risate in panchina di alcuni leader - vedi e Borriello - con la squadra sotto di un gol. Ma la sfiducia sembra reciproca, tanto che alcuni senatori in privato avrebbero manifestato perplessità sulle scelte tattiche di Rudi e i metodi di lavoro del Rongoni.

Anche tra dirigenti e allenatore qualcosa si è scollato e l’ingresso di Verde a Palermo è sembrato un segnale del tecnico al club. Ieri si è incontrato con e per capire dove e come intervenire. Emblema del momento no è , il diamante dell’insoddisfacente mercato giallorosso (il suo cartellino è costato 28 milioni, solo dieci in meno di Higuain) che a Palermo ha fallito l’ennesima occasione allungando il suo digiuno del gol a 106 giorni (-Roma). L’argentino si è ambientato bene, ha legato coi compagni e superati gli infortuni (e il primo impatto con la metropoli) è tornato ad allenarsi con intensità, ma sembra sentire troppo la pressione e paga il momento di estrema confusione che vive l’attacco giallorosso incapace di pungere senza le giocate individuali di Gervinho e : appena 4 i tiri nello specchio in due partite. Numeri imbarazzanti per una squadra che punta lo scudetto. Un traguardo in cui crede ancora come dimostra un’intervista rilasciata martedì a Telefoot: «Ho molta voglia di vincerlo e vivere l’emozione della à. Tre sono troppo pochi per un club del genere. Un mio ritorno in Francia? Voglio inaugurare il nuovo stadio qui. In due anni e mezzo sarà pronto, ho ancora tempo per lavorare».