GASPORT (M. CECCHINI, F. CENITI) - «La cosa che mi ha più ferito sono stati certi commenti: sono diventato un arbitro inadeguato magari per le stesse persone che consideravano sbagliata la mia esclusione dal Mondiale...». Non è stato un lunedì come gli altri quello di Gianluca Rocchi. Nella sua carriera ci ha sempre messo la faccia e sa bene quali siano le regole del gioco. Sa, ad esempio, che resterà fermo un paio di settimane: lo stop tecnicamente è per tutelarlo, evitandogli un ritorno in campo troppo ravvicinato alle polemiche. Specie in Italia dove la cultura sportiva rasenta lo zero. La camera di compensazione per il ritorno in campo potrebbe anche prevedere un primo assaggio del campo come giudice di porta. A novembre Rocchi, considerato l’arbitro numero 2 in Italia e uno dei migliori in Europa, ritornerà a dirigere in A.
Lo sfogo Nel frattempo il fischietto di Firenze si è sfogato con amici, familiari e colleghi. E anche nel dopo partita, quando c’è stato un confronto tranquillo con i dirigenti della Roma. A loro avrebbe detto: «I giocatori non mi hanno aiutato e comunque ho la coscienza a posto». Su questo punto c’è poco da aggiungere: le immagini da Far West e le reazioni al veleno che hanno intossicato l’Italia non sono un bel biglietto da visita. Rocchi ha passato la notte a rivedere le azioni. Cercando di capire i possibili sbagli. Soprattutto si è concentrato sulla gestione del primo rigore dato alla Juve: «Sì, mi ha fregato lo spray. Ho visto il segno e ho cambiato idea», avrebbe detto al designatore Messina. Una versione confermata indirettamente dall’a.d. giallorosso, dal d.g. Baldissoni e dal ceo Zanzi: hanno avvicinato l’arbitro nel dopo gara per avere spiegazioni. Sembra che Rocchi avesse già rivisto qualcosa sul cellulare, restando turbato. Sul gol di Bonucci, però, era convinto che Vidal non impallasse il portiere. La Roma oggi ha poi cercato un contatto informale coi vertici arbitrali per manifestare il malumore per i fatti di Torino. Fatti analizzati pure dal designatore Messina.
Sbagliato il primo rigore Dalle parti dell’Aia la prestazione di Rocchi non è considerata così negativa. La premessa è la stessa fatta dall’arbitro: «I giocatori in campionato hanno un atteggiamento irriguardoso, mentre in Europa non protestano e accettano le decisioni. Così non va». Altra considerazione: quasi tutti gli episodi di Juve- Roma sono al limite, questioni di centimetri o millimetri. Quindi nessuna svista clamorosa. Ma neppure un percorso netto. Il primo rigore, quello del mani di Maicon, non è piaciuto ai vertici arbitrali. In sostanza non si doveva concedere. E’ vero che Maicon si prende un bel rischio saltando con il braccio alto (sempre meglio non farlo), ma c’erano tutti le condizioni per giudicarlo non punibile. E poi la gestione incerta (prima punizione e poi rigore) ha peggiorato le cose. Anche Paolo Casarin, ex grande arbitro e designatore, ha dato una analisi simile intervenendo a Radio Anche io Sport: «Il grande errore di Rocchi è stato il rigore di Maicon. Lì serviva una decisione netta ed immediata invece è venuto fuori un pasticcio». Sul resto da Messina arriva il via libera: si poteva dare il rigore alla Roma, giusto concedere il secondo alla Juve e soprattutto è ok il gol di Bonucci. Su questo punto fa fede la linea Fifa: c’è fuorigioco solo ostruendo la visione o andando a contendere il pallone e a torino Vidal non impalla Skorupski. L’Aia invierà a Fifa e Uefa le immagini del gol, ma non per avere chiarimenti: serviranno a fare casistica, fortificando una filosofia che vuole il fuorigioco sempre più depotenziato.