GASPORT (L. CALAMAI) - In un anno si è ripreso tutto. «Ho vinto la mia battaglia perché mi sono ribellato all’idea di finire negli Emirati Arabi. Con tanti soldi ma con gli occhi tristi. Mi sono rimesso in gioco perché avevo ancora tanti sogni da inseguire». Il nuovoMaicon è riuscito a mandare in panchina Dani Alves. Uno protetto da Felipao, dai compagni, dalla torcida. Il segreto è stato trasformare ogni allenamento in una partita decisiva. Dimostrando al c.t. che lui era pronto. In qualsiasi momento. E il treno giusto è passato. Il difensore giallorosso è stato uno dei protagonisti della vittoria contro i Cafeteros. E domani sarà a combattere sulla corsia di destra contro i tedeschi. «La Roma mi ha cambiato la vita. Garcia è un maestro di calcio, Totti e De Rossi sono dei modelli di professionalità, l’ambiente trasmette passione in ogni angolo della città. A Roma vincerò uno scudetto. è un altro dei miei obiettivi».
Ora la Coppa - Intanto vuole alzare la Coppa al Maracanà. «Dopo la partita contro la Colombia ero vuoto di energie. Non è facile stare due mesi senza giocare una gara vera e poi disputare all’improvviso un quarto di un Mondiale. Ma quando sei felice le forze tornano in fretta. Purtroppo abbiamo perso Neymar. Lui è insostituibile. Ancora non capisco come l’arbitro non abbia almeno ammonito Zuniga. Neymar è accusato di essere un cascatore ma dopo ogni partita è dovuto stare un paio di giorni in infermeria a farsi curare per le botte E ora è a casa. Ma la Seleçao deve riuscire ad andare oltre».
Emergenze - Non ci sarà neppure Thiago Silva, squalificato. «Vero, siamo in emergenza. E la Germania è fortissima. Andate a rileggervi cosa dissi prima del Mondiale: indicai la nazionale di Loew come la rivale più temibile. Avevo visto giusto. Loro hanno il gruppo Bayern come punto di riferimento e tanti talenti. Ma noi siamo il Brasile. Abbiamo vinto tanti mondiali. Con la storia non si scherza». E Felipao avrà un Maicon in più. «Se rimpiango qualche mia scelta? Certo, dopo il ciclo Inter ho dovuto inventarmi una nuova sfida. Mi piaceva il Real ma l’offerta economica vera è arrivata dal City. Non ero entusiasta ma, signori, ho tre figli da far crescere». Sorride. Ha messo a posto il conto in banca poi, è tornato a vivere di sogni.