IL TEMPO (A. AUSTINI) - La maglia della Roma dovrà comunque indossarla. Quanto a lungo non lo sa nessuno, ma intanto domani si ricomincia e Benatia sarà nel gruppo agli ordini di Garcia. Una prima prova di «convivenza» aspettando che l’estate porti consiglio. E soldi, possibilmente. Sfumato il passaggio al Manchester City, il marocchino al momento non ha un accordo con nessuna altra squadra, tantomeno la Roma che ha tenuto il punto sul serio. Lo dimostra il «no grazie» con cui i dirigenti hanno risposto agli inglesi durante l’unica telefonata tra i due club: il City ha proposto 30 milioni di euro oppure meno «cash» e la possibilità di inserire nella trattativa Nastasic o un altro elemento gradito ai giallorossi. Incassato il rifiuto da Trigoria, gli sceicchi di Manchester hanno deciso di acquistare Mangala dal Porto. Alla Roma più di qualcuno è convinto che in realtà Benatia sia stato «usato» dal City per arrivare al francese, reale obiettivo di mercato. Altrimenti non si spiega l’assenza di segnali concreti - a parte quella telefonata - dopo aver promesso al marocchino uno stipendio da 4 milioni.
La Roma ha vinto il primo set. Adesso per completare il match ci sono due strade: 1) trovare una squadra disposta a pagare 35-40 milioni Benatia; 2) tenerlo e rimotivarlo. La prima opzione, al momento, la possono garantire solo due società: il Chelsea, a caccia di un centrale (ma il preferito di Mourinho è Varane) e il Monaco, mentre Bayern e Barcellona hanno già fatto sapere all’agente di Mehdi che non intendono investire quelle cifre per un difensore. L’ipotesi 2 passa invece per un lungo lavoro diplomatico e un rinnovo di contratto a cifre leggermente superiori rispetto agli 1.9 milioni più premi già proposti a Mehdi che si è sentito addirittura «offeso». È vero che Benatia è tornato in anticipo a Trigoria per allenarsi e che ha messo da parte i propositi di disertare la tournée negli States, ma la vita nel gruppo per lui da domani non sarà affatto semplice. Oltre agli attriti con i dirigenti, c’è la fiducia di Garcia da riconquistare e soprattutto quella dei compagni: in tanti, da De Sanctis in giù, non hanno affatto gradito il suo comportamento dopo una sorta di «patto» stretto tra i senatori alla fine dello scorso campionato. «Restiamo tutti per vincere» si sono detti fra loro. Non è passato neppure un mese e Benatia ha parlato da ex. C’è poi l’aspetto ambientale da valutare: la società teme il trattamento che verrà riservato dai tifosi al marocchino.
A prescindere da come finirà, serve almeno un altro difensore e Garcia continua a chiedere Basa. Sabatini valuta anche il mercato dei comunitari da cui è spuntato il nazionale olandese Vlaar, classe ’85, in scadenza di contratto nel 2015 con l’Aston Villa. Poi c’è Toloi, tornato a San Paolo ma senza disfare del tutto le valigie. Tenersi una casella da «extra» libera consentirebbe alla Roma di tesserare Yarmolenko, che piace molto, in attacco. O Douglas Costa. Al contrario con l’arrivo di Basa, un obiettivo possibile davanti sarebbe Shaqiri del Bayern: i contatti proseguono. Intanto a giorni potrebbe spuntare a Trigoria Carrasco: l’intesa con il Monaco è vicina (5 milioni) ma non chiusa, tanto che il belga ieri ha giocato (e segnato due gol) la prima amichevole dei biancorossi con i dilettanti del St. Veit. Un piccolo contributo al tesoretto giallorossi arriva da Verre: la cessione a titolo definitivo all’Udinese è fruttata 900mila euro.