IL TEMPO (A. AUSTINI) - Guardare davanti per non doversi preoccupare di quello che succede dietro. L’improvviso (e sorprendente) ottimismo di Garcia sulla rimonta scudetto nasconde la voglia di alzare al massimo la tensione della Roma. «Stasera tifo Napoli» ha detto il francese dopo aver superato a fatica l’ostacolo Sassuolo. Strano a dirsi: ha sperato che l’avversario diretto per l’ingresso in Champions League vincesse. È stato accontentato ma la Juve rimane davvero lontana: 11 punti che possono diventare 8 domani, a patto di battere il Parma nel recupero.
Un margine difficilmente colmabile nelle 7 partite rimanenti, a maggior ragione in un campionato livellato verso lo sprofondo. Eppure Garcia, che fino a una settimana fa parlava di «torneo chiuso e noioso», ha cambiato obiettivo. E vuol dire che un pochino al miracolo ci crede, come alcuni giocatori giallorossi convinti di non aver nulla da invidiare ai colleghi bianconeri. «È legittimo sperare di agganciare la Juve - ha confermato il dg Baldissoni - molto più banalmente il nostro obiettivo è quello di fare più punti possibile. È ovvio che avere una forte motivazione aiuta a vincerle tutte e tentare di prendere la Juve è una motivazione più forte che provare a mantenere la distanza dal Napoli». Il concetto è sempre quello: non c’è modo migliore per allontanarsi dalla terza che rincorrere la prima. D’altronde una vittoria domani porterebbe la Roma a stare più vicina alla capolista che alla squadra che la insegue. E poi, col Mondiale alle porte e tanti giocatori in rosa col biglietto per il Brasile già in tasca, c’è bisogno di stimoli forti per tenere tutti sul pezzo.
Non è più la Roma perfetta di inizio stagione, ma ha ripreso a macinare punti senza sosta. Quattro successi nelle ultime quattro gare, spinta dal bomber più in forma del campionato. Con 10 gol in 17 presenze, uno ogni 93 minuti, Destro ha i numeri degli attaccanti più celebrati del torneo: se si tolgono i rigori calciati (lui nessuno), ha segnato le stesse reti di Higuain e una in più di Pepito Rossi. Garcia - vincitore del premio Giuseppe Prisco - gli ha ridisegnato attorno l’attacco ed è riuscito a farlo convivere con Totti: una Roma con meno equilibrio ma finora sempre vincente. Se a Trigoria mirano in alto, a Napoli non si sono certo arresi. Il 2-0 rifilato alla Juventus grazie alla miglior prestazione dell’anno in campionato ha ridato fiducia agli uomini di Benitez. «Dopo la vittoria - racconta De Laurentiis - sono sceso nello spogliatoio e ho promesso un premio per il secondo posto».
Il presidente sa quanto sia fondamentale programmare il futuro in anticipo: il terzo posto non consente di farlo fino ad agosto inoltrato. De Laurentiis teme il sorpasso della Roma nelle gerarchie della serie A e non a caso ha alzato i toni sullo stadio dopo la presentazione del progetto giallorosso: «Se non me lo fanno fare porto il Napoli a giocare in Inghilterra» ha tuonato prima di incontrare i tecnici del Comune. La Juve non ha di questi problemi, è l’unica delle tre completamente padrona del suo destino ma deve gestire le forze per raccogliere il massimo da questo rush finale. L’Europa League è un obiettivo allettante e al tempo stesso un impegno gravoso: per vincerla dovrà giocare altre 5 partite al massimo oltre a quelle già accumulate. Il calendario in campionato le dà una mano: a parte la trasferta di Roma alla penultima, quando i giochi potrebbero essere fatti, non ha impegni difficili. La strada più in salita ce l’ha il Napoli, ma anche i giallorossi devono schivare qualche trappola. Ma per sognare in grande non hanno scelta: vincerle tutte.