AS ROMA MEMBERSHIP (F. VIOLA) - Roma-Udinese non è la stessa gara per tutti. C’è chi ha passato tre anni ad Udine prima di arrivare, la scorsa estate, nella Capitale. Per Mehdi Benatia la firma del contratto con i friulani ha significato l’ingresso nel calcio che conta.
Che anni sono stati quelli all’Udinese? “Mi sono trovato bene ad Udine, anche se all’inizio ho avuto alcune difficoltà di ambientamento. Soprattutto per quello che riguarda gli allenamenti, perché non ero abituato a lavorare così tanto. In Francia l’impegno durante la settimana era più leggero. Comunque sono stato fortunato ad avere come compagni di squadra grandi giocatori che mi hanno aiutato a crescere e mi hanno dato una grossa mano ad inserirmi, penso a gente come Inler, Di Natale, Sanchez…”.
Udine è una piccola città, ma con una particolare attenzione al calcio. “Sì, è una città piccola, ma c’è tutto quello che serve per far bene e lavorare come si deve. Abbiamo avuto la fortuna di andare tre volte in Europa, siamo stati protagonisti di tre stagioni positive con grande merito di Guidolin e del gruppo. Per una realtà come Udine, riuscire a centrare tre anni di seguito il piazzamento in Europa è come vincere uno scudetto”.
Come è avvenuto il tuo passaggio alla Roma? È stata una trattativa veloce? “Alla fine dello scorso campionato il mio procuratore mi ha detto dell’interessamento della Roma. Mi sono convinto che la scelta fosse quella giusta dopo aver parlato con Walter Sabatini; mi ha fatto capire, guardandolo negli occhi, che erano realmente interessati a me. Ho avuto la certezza di essere una priorità per loro e non uno dei tanti. Poi in realtà la trattativa non è stata velocissima perché c’erano altri club europei interessati a me. Ma avevo dato la mia parola al Direttore e per me una volta data la parola il discorso è chiuso. Sono davvero molto contento della scelta che ho fatto”.
Come ti trovi a Roma? “Ritengo sia difficile trovare una città migliore di Roma. Ho avuto il tempo di girare un po’ per centro con mia moglie e la mia famiglia e siamo tutti rimasti impressionati dalla bellezza della Capitale. Inoltre, il clima è davvero fantastico, ti mette il sorriso”.
Ti sei integrato nel gruppo? “Sì, siamo una bella squadra, di grande qualità sia tecnica che umana. È un gruppo che ha piacere a stare insieme. Io in particolare ho legato con Pjanic: Miralem mi ha aiutato a capire alcune cosa della città e della squadra. Ma sto molto bene con tutti e credo si veda in campo”.
Il tuo rapporto con i tifosi giallorossi? “I tifosi mi hanno accolto bene nonostante l’inizio particolare, infatti nelle prime uscite ufficiali tutto il gruppo ha subito la contestazione dei tifosi scontenti della stagione passata. Credo comunque di aver mantenuto la promessa fatta al mio arrivo. Mi sono impegnato ad uscire sempre con la maglia sudata dal campo e per questo mi stanno ripagando con il loro supporto”.
Che gara sarà Roma-Udinese? “Sarà molto difficile. Dobbiamo ripartire subito dopo lo stop di Napoli, dove nonostante il bel gioco espresso non abbiamo portato punti a casa. Loro contro le grandi giocano sempre bene e dunque dovremo stare attenti, ma se giochiamo al nostro livello possiamo e dobbiamo vincere, anche per il nostro amico Strootman che ci guarderà dalla tv”.
Quale è il punto di forza dell’Udinese? “Sicuramente le ripartenze. In più arriveranno alla gara molto preparati grazie a Guidolin che lavora in maniera maniacale durante la settimana. In questo è molto simile a Garcia”.
Il loro giocatore più forte? “Di Natale: uno che ha fatto quasi duecento gol in A. Poi Muriel che ad oggi ha fatto vedere neanche la meta di ciò che vale, e Pereira che grazie a Guidolin è cresciuto molto. In più hanno Herteaux ed Allan. Insomma, sono bravi su tutte le linee e secondo me non stanno ancora raccogliendo per ciò che valgono”.
Il punto debole dell’Udinese? “Forse manca loro un po’ di fiducia. Quella che avevamo quando io giocavo là e che ci permetteva di andare a vincere in campi difficili”.
Guidolin, che tipo è? “Un tecnico molto preparato a cui devo tanto. Sono rimasto in contatto con lui: mi fa molto piacere vederlo o sentirlo al telefono. È una persona corretta che ringrazierò sempre, sia come tecnico che come persona”.
Quali i meriti di Garcia? “È un allenatore moderno a cui piace avere la partita in mano e questo lo abbiamo dimostrato anche recentemente a Napoli dove abbiamo dato evidenza che, anche se con molte assenze, la squadra è riuscita ad avere il pallino del gioco su un campo difficilissimo contro un avversario molto valido. Purtroppo ci è mancato solo il gol, ma quello non dipende dal mister. Ha fatto un gran lavoro; è stato in grado di dare un gioco alla squadra e di creare un gruppo unito. Il mister dà fiducia a tutti e rispetta tutti, anche quelli che giocano meno. È sincero e in più si avvale di un gruppo di lavoro formato da persone fantastiche come Bompard e Fichaux”.
Il punto di forza di questa Roma? “Il gruppo, la qualità di gioco che esprime e la voglia di raggiungere gli obiettivi che tutti insieme ci eravamo prefissati ad inizio stagione!”.