Trova le differenze

20/11/2016 alle 23:09.
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Minuto 71 di Atalanta-Roma. La squadra giallorossa fa una fatica del diavolo contro gli 11 indemoniati di Gasperini. Non sono tanto le occasioni a mancare, quanto la corsa, la forza nei contrasti e anche un pizzico di personalità. quindi prova il cambio per Diego  per tamponare le discese (sic) sempre più frequenti dell'Atalanta, rimpolpando così il centrocampo. E qui il numero 8 mostra tutta il divario che macroscopiacamente si palesa tra chi primeggia e chi non ha ancora le carte in regola per contrastare chi è in vetta.
Inutile dirlo, non è colpevole della sconfitta, forse neanche tra i principali attori della disfatta all'
Atleti Azzurri d'Italia. Ma quella rimane una fotografia della mancanza di voglia di vincere, di atteggiamento positivo per la squadra, di spirito di gruppo.
La differenza (con chi vuole primeggiare, in qualsiasi contesto, in qualsiasi torneo) sta in tutta quella lentezza. In quel guardare fisso il tabellone col numero che esce e quello che entra. In quel rimanere immobili. Poi perdere altri 10 secondi prima di compiere i primi passi verso il compagno che sta subentrando. Quindi iniziare a corricchiare per 10 metri e ancora rifermarsi di nuovo, masticando amaro (come lecito, per carità) per la sostituzione, e quindi finalmente dare la mano a . La Roma avrebbe perso comunque la gara, anche se ci avesse messo 1 secondo netto ad uscire dal terreno di gioco. Ma il punto è che anche da questi dettagli si fanno le Squadre, anche dall'attenzione a queste minuzie si riesce a fare quel passettino in avanti per rosicchiare posizioni. Quell'immagine lì, invece, rimane il segno netto di una squadra ancora in fieri, incapace di fare la voce da padrone, lontana dall'essere un gruppo da vertice.

SG

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