LAROMA24.IT (Federico Baranello) - Nonostante l’Italia sia entrata in guerra il calcio è ancora considerato come uno svago necessario al popolo. In questo clima, il 30 Giugno del 1940, a campionato terminato la Roma affronta in amichevole il Livorno (2-1) per quella che sarà l’ultima partita nel leggendario “Campo Testaccio”. Lo stadio di proprietà è per la giovane AS Roma, appena fondata, un obiettivo primario, esattamente come ai giorni nostri.
Ubicato nel famoso quartiere Testaccio appunto, tra via Monte de’ Cocci e via Nicola Zabaglia, accanto la Piramide Cestia e al Cimitero Acattolico, viene edificato dall’estate del 1928 sino ad Ottobre del 1929 dalla ditta veneziana “Pasqualin & Vienna”. Ispirato ai modelli inglesi, in particolare a quello dell’Everton: tutto in legno, di forma rettangolare e interamente dipinto di “Giallorosso”. Ovviamente ha l’impianto d’illuminazione, altoparlanti e una capienza di 20.000 spettatori circa. Costo dell’opera 1.400.000 lire circa, una cifra importante per l’epoca. La Tribuna principale e’ coperta e di fronte una Tribuna denominata “Distinti”. Dietro le porte ci sono invece i “Popolari”. Il rettangolo di gioco in erba, tutt'altro che scontato per l’epoca, misura 110 metri per 64. Proprio la lunghezza del campo è una caratteristica di Campo Testaccio: a seconda del modo di giocare dell’avversario tale misura può variare.
Una menzione speciale meritano i due guardiani e tuttofare Zi’ Checco e la Sora Angelica: lui sistema i bulloni degli scarpini, fa le righe del campo mentre lei si occupa del bucato delle maglie dei giocatori e spesso gli prepara anche da mangiare. Campo Testaccio segna la storia della compagine capitolina in modo assoluto, romantico e passionale. Il pubblico è un tutt’uno con la squadra e questo incute timore negli avversari.
“Campo Testaccio, c’hai tanta gloria, nessuna squadra ce passerà” recitava la “Canzona” sulle note di un tango di successo dell’epoca: “la Guitarrita”. Le statistiche degli undici anni di vita del campo recitano: 161 gare di campionato ( 103 vinte 32 pareggi 26 sconfitte) 53 gare tra amichevoli e coppe (47 vittorie, 2 pareggi e 4 sconfitte). Il primo gol romanista a Campo Testaccio fu di “Sigghefrido” Volk in Roma-Brescia 2-1 nel Novembre 1929, l’ultimo di Timon in Roma Livorno del 30 Giugno 1940 esattamente 75 anni fa.
La prima sconfitta nel fortino romanista avvenne in amichevole per opera degli ungheresi del Budapesti (1-2) nel Dicembre del 1929, mentre la prima ad uscire con i due punti in campionato fu la Juventus (2-3) nel Gennaio 1930. Particolare curioso: nel Marzo del 1931 la Juventus, la squadra che a partire da quell’anno vincerà 5 scudetti di fila, perde a Testaccio per 5-0 (reti di Lombardo, Volk, doppietta di Bernardini, Fasanelli). Lo spettacolare risultato risultò d’ispirazione per un film nel 1932 dal titolo proprio “5-0”, con protagonisti alcuni giocatori della Roma.
Il 21 ottobre 1940 cala il sipario su quella che è stata l’unica casa di proprietà della Roma: le ruspe entrano in azione per la demolizione. L’ultimo capitano di testaccio, Andrea Gadaldi, insieme al neo allenatore Shaffer, che diverrà campione d’Italia con i giallorossi due anni più tardi, restarono lì fino a quando le ruspe avranno terminato il loro lavoro.
“Furono anni indimenticabili. Il loro ricordo, come non fu cancellato dal piccone demolitore, che ridusse a nudo spiazzo il ritrovo tanto caro agli sportivi dell’Urbe, così non sarà sommerso negli animi dall’oblio e dall’incalzare delle cose” (Cit. “Storia Illustrata della Roma”, Olimpia Editrice, pubblicazione settimanale del 1953).