FOLHA DE S. PAULO - In un'intervista rilasciata qualche giorno fa al portale brasiliano, il portiere della Roma Alisson ha fatto il punto sulla stagione giallorossa. Queste le sue parole:
In Nazionale 6 gol subiti in 5 partite con Dunga, solo 3 in 11 con Tite: cosa è cambiato?
La squadra ha trovato il modo giusto di giocare, la nazionale ora ha un volto. Abbiamo le caratteristiche che rispecchiano il calcio brasiliano. Un calcio tecnico, con dribbling e tocchi di prima e alta qualità. Tite è riuscito anche a trovare un equilibrio tattico, rendendo la squadra solida in difesa. Abbiamo subito pochissimi gol. Ci serviva trovare una difesa solida, avere una squadra che potesse attaccare senza paura, sapendo che lì dietro le cose sarebbero state organizzate. Siamo riusciti a raggiungere questo obiettivo, spero di poter questo viaggio fino alla Coppa del Mondo.
A proposito di Mondiale. Molte partite potranno essere decise ai rigori. Come ti valuti in questo fondamentale?
Ho la fortuna di avere nel Brasile un grande insegnante come Taffarel. Nel dettaglio provo a studiare il potenziale tiratore ma ci sono diversi fattori che contano: il momento della partita, l’istinto e la fiducia.
Come valuti invece la tua capacità di giocare coi piedi?
Ho sempre avuto questa caratteristica. Nelle giovanili la affinai con André Jardim, che prese spunto dal Barcellona di Guardiola e su come il portiere giocasse molto con i piedi. Mi è sempre piaciuto essere partecipe al gioco, il portiere così mantiene più alta la concentrazione.
In Brasile non c'è un pensiero unanime su di lei, forse perché lei è più giovane rispetto ad alcuni altri portieri, come Cassio, Diego Alves, Vanderlei, che hanno già vinto dei trofei. Come gestisci questa situazione?
Non la vedo così. Leggo molte più opinioni positive rispetto a quelle negative. L’unico problema che è stato analizzato un po’ su di me è stato quando non avevo il ritmo partita qui a Roma, sono state critiche forti che mi hanno sempre colpito. Da lì hanno iniziato a fare nomi di altri portieri. Ma era dovuto solo all'assenza del ritmo partita, mai per mie mancanze. Negli ultimi mesi però non ho più letto critiche del genere. Ma tutto questo non mi ha mai influenzato in Nazionale. Quando sono stato chiamato ero sempre pronto. E’ ovvio che però voglio raggiungere un pensiero unanime su di me, il mio obiettivo è quello di essere accettato da tutti. Oggi nel calcio il migliore al mondo è Cristiano Ronaldo, ma non lo è per tutti. Alcuni preferiscono Messi, altri invece preferiscono Neymar. Conosco le mie qualità, ho lavorato duramente per arrivare dove sono arrivato, per essere una delle stelle della nazionale e non mi arrenderò.
Nella Copa America del 2016 ha preso un gol su una palla che sembrava facile. Ci sono dei modi per minimizzare i rischi di fare delle 'papere'?
In quell’occasione in particolare non fu una vera e propria 'papera', perché quando Bolaños calcia la palla prima sbatte sul palo, poi colpisce il mio braccio ed entra. E’ stata sfortuna, ma il portiere ci deve sempre convivere. Uno dei miei preparatori mi disse che la differenza tra un grande portiere ed uno piccolo è che entrambi falliscono, ma quello grande assimila meglio gli errori. E' questo il segreto.
La scorsa stagione hai giocato in 15 partite ufficiali, subendo 17 gol. Quest’anno, da titolare, 24 match e 18 gol subiti, meno di uno per partita. Come spieghi questa evoluzione?
La nostra squadra ha cambiato le caratteristiche: l’anno scorso era più offensiva e non così organizzata a livello di squadra. C’erano molte occasioni, lasciavamo creare gli avversari. Ora la squadra è più stabile difensivamente. La questione di aver giocato di più mi ha aiutato. In Champions League nessuno si aspettava ci qualificassimo in un girone con Chelsea e Atletico, due giganti del calcio europeo. Sappiamo che sarà difficile, ma crediamo nel nostro potenziale. Siamo concentrati sull’affrontare ogni gara come se fosse l’ultima, come se fosse una finale. Cercheremo di fare l’impossibile per vincere. Il campionato italiano è aperto. Ci sono cinque squadre in lotta per il titolo. Abbiamo una grande chance di portare questo titolo che Roma non conquista da tanto. Voglio vincere e dare una gioia ai tifosi.