SPORTITALIA - Luciano Spalletti, allenatore della Roma, ha rilasciato un'intervista alla trasmissione 'La partita perfetta' in onda sull'emittente televisiva. Queste le sue parole:
Sei andato vicino a vincere quest’anno…Avevi detto che saresti tornato a Roma per finire il lavoro che avevi cominciato...
"Finire il mio lavoro... è stato sistemato il discorso e la conclusione è stata questa. Sono venuto perché la Roma era in un brutto momento, si viene a lavorare cercando di creare quei presupposti che la Roma deve avere. Non abbiamo vinto ma chi la vuole intendere come una sconfitta deve sapere che abbiamo lavorato tanti anni per raggiungere la “sconfitta” di ieri."
Il Napoli?
"Ha giocato un calcio e un campionato da paradiso. Quella tecnica, quella velocità, quel capire quando venire tra le linee e andare dietro i difensori, è una roba bellissima da vedere."
Sei tornato con le tue idee tattiche. Hai dovuto cambiare molto?
"Chiaro che l’idea si ha, a me piace il 4-2-3-1 ma poi bisogna conoscere quello che hai a disposizione. Subentrando si deve valutare quella che è la condizione generale e la qualità dei calciatori. Vanno considerate anche altre cose tipo la condizione mentale, c’è subito da fare risultato. Infatti pareggiammo col Verona non appena arrivato, però poi il cambiamento psicologico la squadra lo subisce. Il vantaggio del subentro poteva essere attuato, anche perché il Verona ti permetteva di reagire, senza nulla togliere a loro."
Si è fatta strada la difesa a 3 e mezzo…
"Questo è un po' il calcio più vecchio, quando giocavamo anche noi che avevamo il tornante e il fluidificante che rientrava e riformava tutti e sei. Abbiamo fatto questa sintesi dei calciatori che stavano meglio, bisognava riprendere confidenza col gioco e poi vennero fuori queste punte mobili che non davano riferimento e che erano bravi a fare movimento. La sintesi è che l’anno scorso la squadra era più corta, quest’anno l’abbiamo allungata di più. Non vuol dire meglio o peggio, ma è chiaro che allungarla ti toglie quella densità intorno alla palla, cosa che il Napoli ha trovato con Mertens che non dà riferimenti. El Sha, Salah, la vogliono sui piedi perché poi ti puntano. In questo accorciare spazi c’è il problema per la linea difensiva avversaria."
Viene mostrato un video del gol di El Shaarawy a Palermo...
"Questo ce lo ha fatto vedere Simone Beccaccioli, una figura importantissima, è una persona squisita e poi ha una professionalità totale, è quello che ci fa tutto. Mi dice che è così. Quanto faccio vedere i video ai giocatori? Dipende che video, ma in genere 20 minuti. Noi ne vediamo uno per le palle inattive e poi sulla tattica di squadra, poi anche sugli avversari per prenderci qualche vantaggio. E poi quando rientriamo il lunedì o il martedì analizziamo noi stessi."
C’è qualcuno che guida la linea difensiva a voce?
"Di solito devono parlare tutti, cosa che noi facciamo poco. Poi diventa difficile mantenerli allineati, i gol di ieri raccontano che non siamo allenati benissimo."
Quest'anno abbiamo visto qualche disattenzione difensiva di troppo. Da dove provengono?
"Manolas può recuperare 2 metri a tutti, così come Rudiger, Fazio un po’ meno. Noi abbiamo avuto complicazioni o forse quel ritardo di non aver potuto lavorare con tutta la linea difensiva in estate. È lì che si hanno quando stai quei 20 giorni assieme i lavori e i recuperi assieme. Stai in campo a fare quelle cose particolari che sono riservate per queste intese, dove metti in atto quella compattezza di reparto o le intuizioni assieme. Fazio è arrivato tardi, Juan Jesus è arrivato a Pinzolo. Lo stesso Mario Rui arrivò tardi, per cui quel periodo lì tu perdi quei giorni di lavoro. Quest’intesa così si posticipa un po’".
Sarri pretende di lavorare 20 giorni con tutti in ritiro…
"Sarri è il più forte di tutti sotto quest’aspetto. Ha fatto vedere sul collettivo che ha inciso moltissimo. Ha ragione ad essere dispiaciuto per essere arrivato terzo perché la sua squadra ha giocato un grande calcio. Secondo me l’ha giocato anche la Roma, mi piace poco quando parla dei rigori anche se è un amico. L’anno scorso siamo arrivati a un punto, lui è stato bravo sul finale e noi nel periodo in cui ci sono stato io abbiamo avuto solo un rigore, mentre loro diversi di più".
(Immagini di Dzeko). Lo scorso anno che cosa aveva Dzeko di diverso rispetto a questa stagione?
"Secondo me, lui ha sofferto la pressione. Perché quando si esalta una situazione se ne appiattisce un'altra... Senza citare nessuno in particolare, è proprio una chimica che si verifica. Poi io l'ho peggiorato perché quando sono arrivato l'ho tolto, ma lui stava un po' peggio degli altri dal punto di vista psicologico, avevo da fraseggiare, palleggiare, dominare la partita. Gli altri forse erano più adatti in quel momento. Invece quest'anno ho fatto una scelta diversa. Gli ho detto: "Io ho bisogno di te, ma tu devi stare con me, stai tranquillo, tu stai con me. L'inizio un pochettino qualche volta gli ho dovuto dire qualcosa per cercare di stimolare. Poi quando arrivano le risposte tipo quelle che mi ha dato in campo è segno che hai raggiunto l'obiettivo, l'hai colpito nel segno. Che sei riuscito a stimolarlo...".
Quanto ha inciso Guardiola nel calcio moderno? C'è un prima e un post Guardiola per gli allenatori?
"Sì, ci sono degli allenatori che hanno lasciato un segno. Penso a Sacchi, a Zeman che nella fase offensiva e nei tagli ha ispirato tutti... Guardiola è stato bravissimo a fare il fraseggio con la palla sui piedi. Inizialmente quando guardavo il suo Barcellona dicevo: Esagera con questo fraseggio. Insisteva anche quando aveva creato tutto lo spazio per chi voleva e invece lui continuava con questa palla sui piedi. Poi ho capito perché: perché li apri ancora di più, perché poi li fai faticare gli altri. Correre dovendo lavorare dietro al ragionamento dell'altro è una fatica enorme. Correre su una tua scelta è molto più facile. L'hanno ripreso un po' tutti: dicevamo di Sarri, il Bayern di Ancelotti, tornando in Italia anche la Sampdoria di Giampaolo che è un altro grande allenatore, l'Empoli di Martuscello anche se poi ieri gli è andata male...".
E il Sassuolo di Di Francesco?
"E' un po' più zemaniano. Nel senso che i tagli in profondità, l'attacco degli spazi, gli esterni che tagliano in continuazione, l'intercambiabilità tra il centrocampista e la punta esterna... E' una cosa che ti devasta perché se non sai scambiare l'uomo di trovi con il mediano terzino, il centrale che deve rincorrere al centro del campo...".
Di Francesco è l'uomo giusto per la Roma?
"Secondo me questo è un tranello... Domani in conferenza ne parlerò".
(Immagini di Totti).
"Ecco, questo è quel ragazzino lì... Quando la palla va a lui, gli altri sono talmente abituati... Lui vede dove non guarda e la palla la mette lì".
Qualità che si allenano o è roba che si ha nel dna?
"Lui è sistematico, lui sceglie sempre la migliore opzioni, tra tre o quattro diverse. C'è il seguito a quella che è la sua scelta... Conosco bene le sue qualità".
Ieri gran bella festa...
"Bellissima. E abbiamo corso il rischio di non farla... Come fai a farla venire così bella se poi il risultato è diverso? Sarebbe stato un grande dispiacere".
Ieri hai detto che forse hai sbagliato qualcosa con lui... L'hai pensato vedendo quel sentimento così forte per lui?
"Io il sentimento di ieri allo stadio l'ho subito... Da un anno e mezzo me lo ricordano tutti quello che ho fatto... Quello che abbiamo visto allo stadio ieri. Mi è stato presentato il conto. Ma io sono l'allenatore e devo fare delle scelte. Certe parole le ho usate per dare stimoli alla squadra. L'esaltazione lui non l'ha subita perché se l'è guadagnata sul campo perché ha vinto con campioni che non l'hanno subita. In una Roma dove di campioni ce ne sono un pochino di meno e che subiscono il morso di una piazza così importante è difficile. C'è qualcuno che se lo fai giocare in quello stadio di ieri all'ultimo gradino dell'Olimpico inciampa... Come è stato con Emerson all'inizio o Dzeko in alcuni momenti che non riusciva ad esprimersi e vedeva tutta questa passione, questo amore...".
Questo amore non si poteva sfruttare in maniera diversa?
"Noi ci si è lavorato su quello che è stato l'argomento Totti in generale. Ieri ho comprato 40 biglietti per Roma-Genoa per amici tifosi anche di altre squadre che siccome Totti non gioca più volevano esserci, volevano vederlo... Ricordo sempre l'episodio che ho avuto allo Zenit, dei bambini che incontravo con la scritta Zenit sul petto mi guardavano e dicevano: "Spalletti-Totti-Roma". Riconoscendo me ero stato abbinato a Totti...".
(Parte un video con i tifosi della Roma che esprimono un loro parere su Spalletti)
Ti capita di pensare di notte alla tattica, alla partita?
"Questa notte mi è preso il crampo. Mia moglie: "Che è successo, che è successo". Perché ritornava il film del finale di partita di ieri. Questo gol (quello di Perotti, ndr) è tutto, noi siamo qui da un anno e mezzo per questo gol".
Qual è l'allenatore che ha la difesa più difficile da superare in Italia?
"Le difese lavorate bene si vedono".
Sarri?
"Sarri è il più bravo in diverse cose, però anche Allegri e la Juve... Hanno la capacità di muoversi insieme. Sanno trovare la soluzione, fare reparto. Il Chievo, la Sampdoria, l'Empoli sono quelle che ti stanno più addosso".
E l'Atalanta di Gasperini? Qual è la caratteristica che ti ha colpito di più?
"Hanno uno strapotere fisico imbarazzante. Li ho visti a Empoli. Il metterla uomo contro uomo sui 100 metri, diventa difficile. Strapotere fisico che ti mette in difficoltà. Ti segue quasi sempre a uomo. Arrivano prima di te, hanno corsa, recuperano posizioni. La mettono sulla continuità sui 90 minuti. Gli allenamenti di Gasperini dicono questo. Fa delle partite 7 contro 7 a tutto campo per ampliare ai ragazzi i metri da coprire... Bella esercitazione. Se non hai quelli che fanno i 100 metri in 12 secondi diventa difficile...".
Immagini, commento tattico
Non usi droni?
"Mi mettono ansia, se ne casca uno? (ride, ndr) Poi fa anche un po' di rumore. Con le telecamere che abbiamo vediamo comunque tutto"
Da allenatore hai un rimpianto del lavoro fatto con la Roma?
"Mi immagino cosa sarebbe stato vincere il campionato... Vista la festa di Francesco ieri...".
Cosa faresti fare ora a Totti?
"Gli va fatto fare il vice-presidente. Non me ne vogliano i direttori o Pallotta. Dico il mio pensiero schietto. Ho parlato con lui, lo gratificherebbe. Incarico corretto, giusto per quella che è la sua storia, il suo valore e la figura che la Roma può ancora usare...".
Senza le conferenze stampa per te sarebbe andata meglio o peggio?
(ride) "Le conferenze stampa sono importanti. Danno dei segnali che lo spogliatoio assorbe, sono fondamentali. Poi la mia prossima conferenza stampa sarà importantissima perché gli dirò che siamo in Champions!".