ROMA RADIO - Il portiere della Roma in prestito dall'Arsenal Wojchiec Szczesny ha rilasciato un'intervista all'emittente radiofonica giallorossa.
No. Nessuno da piccolo vuole fare il portiere. Ho iniziato a 7 anni e volevo essere un attaccante. Ma basta guardarmi da lontano per capire che non posso fare l'attaccante. Un giorno il mio allenatore dell'epoca mi ha chiesto se volevo provare in porta. Peraltro avevo mio padre come modello da seguire. Ho provato e ha funzionato.
Le differenze tra Roma e Arsenal
Sono simili, entrambe hanno giocatori fenomenali. Difficile comparare i campionati, quello inglese è più fisico, quello italiano è più tattico. Entrambe hanno fatto una buona stagione. Spero che il prossimo anno entrambe possano vincere i rispettivi campionati.
Ti sei inserito bene coi compagni, ti piacerebbe restare?
Il calcio è sempre stato al primo posto nella mia vita. Se le cose vanno bene nel calcio anche la vita va bene. Qui sento la fiducia di tutti. Del mister, dei compagni, dell'ambiente. In queste condizioni le cose non possono che andare bene.
Chi sono i compagni più pazzi?
Radja. Dico Nainggolan primo e poi... Nainggolan. Il podio è tutto suo. Anche io me la gioco ma sono di gran lunga inferiore. In confronto a lui io sono calmo, tranquillo, uno che non sorride mai.
Si sente la pressione del derby?
Certamente, si sente che è una partita speciale. Siamo in buona condizione, il morale è alto, pensiamo solo alla vittoria. Deve essere una partita come le altre per noi, sappiamo che non è così per i tifosi, dobbiamo renderli felici e portare a casa i tre punti.
Spalletti ti ha chiesto se ti servivano gli occhiali...
Dobbiamo ricordare quale era la situazione. Eravamo a Empoli, all'inizio volevamo giocare con il palleggio, poi è entrato Dzeko e il mister mi ha esortato a lanciare per lui. In uno dei lanci ho sbagliato la misura di un paio di metri, lui dall'altra parte del campo si è fatto sentire, urlando "Dzeko, Dzeko". A fine partita avevo paura a rientrare nello spogliatoio. E' un episodio divertente ma al tempo stesso significativo perché Spalletti è uno che non accetta errori. Sotto tutti gli aspetti, anche nei comportamenti. Vuole la perfezione. E' quello che rende speciale il mister, che ha cambiato la tendenza, che ci ha permesso di vincere tante partite. E anche quella con l'Inter avremmo dovuto vincerla.
Ora ti lasciamo andare all'allenamento altrimenti il mister si arrabbia con noi...
Sì, il mister ascolterà questa intervista, se ho detto qualcosa di sbagliato mi ammazzerà e quindi lo saluto e gli dico che lo adoro (ride, ndr)