Miralem Pjanic ha condiviso i momenti salienti della sua vita nel sesto episodio di Draw My Life, pubblicato sul canale ufficiale di Youtube dell'As Roma. Il centrocampista bosniaco accompagna con i ricordi sulla sua infanzia e sulla sua carriera le illustrazioni colorate che descrivono la sua vita. Queste le sue parole:
"Quando avevo solo 2 anni la guerra ha sconvolto il mio paese e ho dovuto abbandonare con tutta la mia famiglia i miei affetti, i miei amici e la mia casa, in Lussemburgo ho iniziato la mia nuova vita. Mio padre era un calciatore ma per permettere alla mia famiglia di vivere iniziò a lavorare come operaio. Fu lui a trasmettermi la passione per il calcio, in un certo senso a scoprirla: mi sorprese una mattina, all’alba, mentre palleggiavo in garage. Pensava fossi un ladro! Da piccolo non mi separavo mai dal mio pallone, lo tenevo sempre in braccio o tra i piedi, ero sempre fuori con gli amici. Ma la scuola è sempre stata importante per me, ho sempre studiato tanto da piccolo. Pensate che ora parlo 6 lingue".
"A 6 anni sono andato a giocare per la Schifflange ’95, una squadra della prima divisione lussemburghese. Mi dicevano che avevano delle qualità incredibili, ma capivo già che solo l’impegno e la serietà mi avrebbero portato lontano. A 13 anni per la prima volta mi allontano dalla mia famiglia e sono andato a giocare al Metz, in Francia. Sapevo che da questa squadra erano usciti grandi campioni e decisi di allenarmi duramente per diventare come loro. Ad agosto 2007 debutto in campionato contro il PSG e a dicembre segno la prima rete: che emozione! Nel 2008 sono andato a giocare al Lione, una delle squadre più forti della Francia. Avevo compagni fortissimi ma anche tanta voglia di dimostrare di non essere da meno. Ho iniziato a lavorare smepre più duramente, senza perdere di vista il rispetto per le scelte del mio allenatore. Mi allenavo tante ore al giorno e mi piaceva battere le punizioni, cosa che mi piace fare anche adesso in partita, spesso faccio anche gol".
"Mentre giocavo nel Lione ho affrontato una scelta importante. Anche se sono cresciuto in Francia, ho deciso di giocare per il paese dove sono nato, la Bosnia. La scorsa estate abbiamo raggiunto un risultato storico con la qualificazione al Mondiale in Brasile, un' emozione incredibile. Sono quasi 4 anni che vivo a Roma e che gioco nella Roma, in questa città bellissima che ho imparato ad amare. Non smetto di impegnarmi ogni giorno in allenamento per ripagare gli sforzi della mia famiglia e la fiducia dei tifosi. Quando sono arrivato a Roma qualcuno mi ha definito "Giotto", ma il soprannome che amo di più è quello che mi ha dato il capitano Francesco Totti: "il Piccolo Principe"".