UNDICI (F. PAGLIALUNGA) - In ogni caso non è facile essere Mattia Destro. Vivere da promessa, essere trattato sempre da tale, e nel frattempo avere quasi ventiquattro anni, che tanti non sono ma nemmeno più pochi. Trovarsi in una grande e trovarsi sempre sul mercato, perché adesso è gennaio e se non giochi ti associano altrove e se sbuffi anche di nascosto ti danno in partenza pure se non ci hai nemmeno pensato. [...]
Ora lo danno verso il Milan anche se le smentite arrivano dopo ogni voce, nonostante Garcia lo abbia detto senza prestarsi a interpretazioni: «Non si muove». [...] Nel basket un giocatore così sarebbe il perfetto sesto uomo, ma Destro è calciatore e figlio di calciatore, salta il paragone e va sul concreto: «Meglio essere tra i cinque. Il paragone mi piace, però dovendo dirla tutta l’ambizione è essere tra chi comincia. L’unica cosa che non cambia è l’impegno: serve dare il meglio in ogni minuto».
Oggi, quattro anni dopo, Destro è ancora giovane: «Ma a ventitré anni uno non dovrebbe essere più considerato come tale». Un eterno ragazzo che non può sbagliare rischia di non essere un investimento, di non sentirsi tale, dunque di sentirsi sempre sul mercato. O di guardare all’estero, perché i Verratti, gli Immobile, vanno poi a fiorire altrove: «Per un giovane è difficile, va detto. E a qualcosa dovrebbe far pensare, se i giovani di un certo valore poi vanno all’estero». [...]
Ha aperto i suoi profili sui social network da poco: «Devo ingranare, non li usavo e ora voglio approfondire», dice mentre Nainggolan quasi minaccia di spiegargli Twitter, pur sapendo di non essere esattamente un modello.