VAR, Rosetti: "In 6 mesi un ottimo lavoro"

19/02/2018 alle 16:56.
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RADIO UNO - «Dobbiamo esser soddisfatti di come stanno procedendo le cose, è chiaro che dobbiamo migliorare: lo sforzo è raggiungere sempre maggior uniformità di interpretazione e intervento. In soli 6 mesi è stato fatto un ottimo lavoro». È il bilancio sull'uso della VAR fatto da Roberto Rosetti, ex arbitro e responsabile del progetto per l'Italia. «Credo che il progetto sta procedendo in modo oggettivamente positivo. Anche ieri ci sono state due situazioni obiettive di fuorigioco e in tutti e due i casi l'intervento è stato preciso e i gol di e Milan sono stati annullati - prosegue Rosetti ai microfoni di 'Radio anch'io Sport' -. I giocatori sono la categoria che meglio ha recepito il progetto con una diminuzione drastica di ammonizioni e proteste».

Sulla possibilità di fornire gli arbitri degli strumenti per spiegare al pubblico allo stadio le decisioni prese dal Var, Rosetti chiarisce. «Siamo ancora in una fase di sperimentazione, questo farebbe parte di un processo migliorativo e probabilmente ci arriveremo in un periodo breve facendo vedere le immagini della decisione cambiata e del motivo sul maxischermo. È un progetto irreversibile, la comunicazione è importante».

Sui tempi con cui le decisioni arrivano, Rosetti chiarisce. «I Var stanno migliorando sui tempi. Il fuorigioco di Bonucci era chiaro e il Var ci ha messo poco, la valutazione di Hamsik era più complicata, non era così evidente». E su chiede un Var integrale su tutte le situazioni di gioco dubbie, Rosetti conclude: «Uno degli obiettivi più importanti è non snaturare il gioco del calcio. Oggi ci sono 2-3 interventi a giornata di campionato e va bene così». Infine, sulla possibilità di un debutto della nuova tecnologia ai Mondiali in Russia: «Il 3 marzo ci sarà il meeting annuale Ifab e verrà definita questa situazione. Infantino crede molto nel progetto e ha investito anche molto, la Fifa è da un anno che usa il Var. Questa riunione sarà risolutrice, penso ci siano buone probabilità ma non sono io a decidere»

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