"La posizione in classifica è brutta, per certi versi è anche scandalosa, ma ci avvicina alla possibilità di giocare le coppe. La distanza dei punti fa capire che qualcosa deve cambiare alle radici, 25/26 punti sono 10 partite da vincere in campionato. Diventerà fondamentale cambiare qualcosa": lo dice il nuovo tecnico dell'Inter Luciano Spalletti, rispondendo alle domande dei tifosi in diretta su Facebook prima della conferenza di presentazione. "È fondamentale onorare la maglia - aggiunge Spalletti - io la vivo in questo modo e vorrei che tutti quelli che giocano qui la sentissero come me. Senza senso di appartenenza, non ci possono essere risultati".
Poi sull'esperienza in giallorosso, il tecnico toscano si limita a ringraziamenti: "Ringrazio Pallotta e la Roma per i messaggi mandati dopo la fine del campionato". E ancora: "Alla Roma ero diventato quello che divide anziché unire, si è verificata una contrapposizione col calciatore più importante". Sui contatti con l'Inter: "Sono stato contattato prima della fine del campionato, ma io ho aspettato fine stagione per riprendere contatti".
Perché lei è andato via da Roma?
"L’Inter mi ha contattato quando stava per finire il campionato. Io avevo detto a Pallotta che sarei andato via, e comunque abbiamo fatto risultato. Sono contatti che si fanno e che voi siete bravi a scoprire sempre, non ne facciamo una pulita con voi. Fino alla fine del campionato non ho voluto avere contatti diretti. Ho lasciato la Roma, dopo quella storia lì è stata la cosa più bella che mi potesse capitare. Non penso di aver offeso nessuno. Ogni tanto qualcosa ci siamo detti, ma per stimolare la squadra. Non ho antipatie, ma simpatie selettive. A Roma ero diventato quello che divideva anziché unire. Eravamo dentro questo dubbio epocale, questo problema su che cosa sarebbe stato Totti e la fine della gestione del mito della Roma, perché Francesco è un mito per la Roma. Di conseguenza si è venuta a verificare questa contrapposizione: l’amore per quello che è il calciatore più importante, che ha fatto vedere più qualità di tutti, ha prevalso sul sostegno, l’affetto e l’amore che ci doveva essere per la squadra. Se io non riesco a unire queste cose vuol dire che non ho fatto bene il mio lavoro. Quelle due cose dovevano andare di pari passo, per spingere sempre più in là il nostro obiettivo. Avendo fatto male quello, ero in difficoltà perché ho sentito i rumors della gente: se vivi a Roma li senti quando vai a prendere il caffè la mattina, anche ai semafori. Sono stati anche molti a favore, ma proprio perché c’erano una linea di demarcazione me ne sono andato: il mio lavoro doveva unire tutti verso la stessa parte. Spero ora siano tutti uniti verso un unico obiettivo."
Come si immagina la sfida contro la Roma?
"Ringrazio Pallotta e la Roma per i messaggi che hanno mandato dopo la fine del campionato. Ringrazio soprattutto gli sportivi di quelli che sono stati gli abbracci e l’affetto ricevuto quando ci siamo lasciati. La forza del nostro avversario è davanti agli occhi. Non è fondamentale la posizione di classifica e quelle che sono le differenze, mentre diventa subito da mettere a fuoco la differenza di punti. Se ci sono 25 punti di differenza bisogna fare otto vittorie in più, sulla carta potrebbe sembrare impossibile. I miei ex calciatori li conosco bene, avranno una reazione: sono giocatori di qualità, evidenziavano appartenenza. Senza appartenenza difficilmente ci sono risultati. Sentirsi coinvolti emotivamente è più importante del discorso tattico. La Roma ci farà sudare la partita al cubo. Gente come Manolas, Ruediger, Strootman, Nainggolan è gente che sa qual è l’obiettivo che deve portare a casa. Dentro la loro testa loro hanno un solo obiettivo, una sola aspirazione, una sola felicità: fare risultato con la loro squadra. Mi sono dimenticato di Dzeko, che va citato perché è stato capocannoniere, ha fatto tanti gol ed è stato un calciatore che ha ribaltato in una stagione quello che non era facile da fare, quello che noi dobbiamo essere bravi a fare con diversi elementi della squadra. Un anno prima era da evitare, neanche per girarci insieme, adesso invece ha portato al secondo posto la Roma.Sarà una partita particolarmente difficile".
Perché è andato via da Roma? Qualcuno non è rimasto bene del suo addio…
"L’Inter mi ha contattato quando stava per finire il campionato, come ha detto Pallotta quando ha detto che io sarei andato via comunque perché non si sarebbero fatti risultati. Io mi identifico in ciò che amo e amo ciò in cui mi identifico, fino in fondo. Sono stato contattato dall’Inter poco prima della fine del campionato, contatti che si fanno e voi siete bravi a scoprire, non ne facciamo una pulita con voi… Ma se accetti questo contatto è chiaro che si fa un discorso diretto. Io non ho voluto farne finché non è finita la storia con la Roma e poi ho preso contatto, lasciato la Roma dispiaciuto, salutando tutti. Da quel momento in poi questa è stata la cosa più bella che mi potesse capitare, non penso di aver offeso nessuno dicendolo. Io non ho antipatie, ho qualche simpatia selettiva ma non antipatie. Ero diventato quello che divideva anziché unire, eravamo dentro questo problema su cosa sarebbe stato il futuro, la gestione di un mito come Totti, si è verificata questa contrapposizione per cui l’amore per il calciatore che ha fatto la storia ha prevalso su quello che era il sostegno che ci doveva essere per la squadra. Se non riesco a mettere d’accordo queste due cose a Roma vuol dire che non ho fatto bene il mio lavoro. Avendo fatto male quel tipo di lavoro ero in difficoltà e sentivo i rumors della gente. Ne avevo anche molti a favore ma siccome c’era una linea tra chi a favore e chi no, io voglio portare tutti dalla mia parte, se non ci riesco per quell’amore di cui parlavo prima, devo farmi da parte. Spero che ora senza di me la Roma sia di nuovo unita".
Il giocatore che le piace molto alla Roma che vorrebbe portare all’Inter?
"Lei in che ruolo gioca con gli amici? Attaccante? Allora porto Dzeko. Scherzi a parte non è carino fare questi discorsi, ci sono alcune cose da chiarire ma prima devo parlare con i miei giocatori, poi vengo a dirle a voi, qualcuna sì, qualcuna no, qualcosa modificata, qualcuna la modificate voi. Nel prossimo confronto che avrò con la squadra ci diremo le intenzioni, le strategie, se qualcuno ha delle domande che lo riguardano ne parleremo. Quelli della Roma li ho amati tutti e ho un ricordo bellissimo di tutti, ora mi sto innamorando di quelli dell’Inter".