IL TEMPO (F. MAGLIARO) - Sarà l’ultima riforma del ministro Madia a scandire tempi e partecipanti alla Conferenza. Secondo quanto si apprende, quindi, ci sarà un solo rappresentante per ciascun ente: uno per il Comune, quasi certamente l’architetto Vittoria Crisostomi, direttore della Trasformazione Urbana; uno per la Regione, Manuela Manetti, direttore della direzione Territorio, Urbanistica e Mobilità. Poi uno per la Città Metropolitana e uno per lo Stato, quasi certamente un funzionario della Prefettura.
A questi, se ne affiancherà uno per ciascuna delle società dei pubblici servizi.
Infine, anche un delegato per i proponenti sarà presente alle sedute di lavoro, chiaramente solo come interlocutore e senza diritto di voto. In tutto, quindi, si riduce il numero dei componenti a poco più di una decina di persone tutte sotto il coordinamento del segretario generale della Giunta regionale, Andrea Tardiola.
Riforma Madia che regola anche i vari passaggi di lavoro della Conferenza. Entro gli ultimi 10 giorni di settembre (data probabile ma non ufficiale: il 20) i proponenti saranno “invitati” a presentare il progetto agli uffici regionali facendo, da quel giorno, partire i 45 giorni che la norma mette a disposizione dei membri della Conferenza per la presentazione delle eventuali prescrizioni motivate.
Terminato questo passaggio (il 5 novembre se la presentazione avverrà realmente il 20 settembre), si entrerà nel vivo dei lavori. Non solo, ma da quella stessa data il Campidoglio dovrebbe essere in grado di portare in Assemblea Capitolina la variante urbanistica da adottare: saranno stati, infatti, affrontati tutti i problemi legati alle opere pubbliche che determinano il calcolo esatto delle cubature concesse in compensazione. L’assessore Berdini, quindi, da quel momento potrà chiedere la calendarizzazione della variante in Aula e ottenerne l’adozione, cioè un semplice voto di “presa d’atto”, non emendabile. E non potrà che essere un voto favorevole, poiché si tratterebbe di un atto dovuto frutto di un lungo percorso iniziato con la delibera di pubblico interesse del 2014. Ottenuta l’adozione della variante, essa dovrà essere “pubblicata a fini urbanistici”, cioè affissa all’Albo Pretorio per 30 giorni entro i quali potranno pervenire le eventuali osservazioni. Trascorsi i 30 giorni, la variante e le osservazioni che fossero nel frattempo pervenute torneranno in Conferenza di Servizi per le controdeduzioni. Terminato anche questo passaggio, il testo della variante sarà inserito come parte integrante del verbale finale della Conferenza stessa.
Percorso analogo, ma senza la pubblicazione, dovrà seguire anche la convenzione urbanistica, vale a dire il contratto fra pubblico e privato che regola, fra l’altro, anche l’andamento preciso dei lavori: la Conferenza dovrà redigerne il testo che poi Berdini dovrà portare in Consiglio comunale per la ratifica e, quindi, riportare in Conferenza perché venga adottato definitivamente.
Se il calendario dei tempi tecnici previsti venisse rispettato, a inizio febbraio e fino al 5 marzo si valuteranno le carte e i lavori prodotti per chiudere, quindi, proprio il 5 marzo in perfetto cronometro con i 180 giorni. L’eventuale parere positivo espresso in Conferenza avrà il valore di permesso a costruire. Saranno necessari ancora alcuni atti, prima di vedere la vera prima pietra del nuovo Stadio: la Giunta regionale dovrà fare proprio il verbale della Conferenza con una delibera di Giunta. Solo in quel momento, la fase due dell’iter burocratico sarà davvero terminata.