Malagò: "La squalifica delle curve? Situazione fuori controllo. Serve omogeneità di giudizio"

11/03/2014 alle 12:28.
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«Dire che fanno riflettere è dire poco, ma soprattutto crea uno stato di tristezza e anche di imbarazzo». Così il presidente del Coni, Giovanni Malagò, parlando a margine di un incontro in corso nel Palazzo Vecchio, a Firenze, con il vicesindaco Dario Nardella, rispondendo ai giornalisti che gli hanno chiesto un commento alle parole della vedova di Gaetano Scirea, Mariella. Quest'ultima ha minacciato di far togliere il nome del marito a una delle curve dello ' stadium', se continueranno a essere intonati determinati cori.

«Parlerò di quanto sta accadendo stamattina, a Coverciano, con il presidente Andrea Agnelli che, peraltro, devo dire è stato uno dei pochi che ha preso una posizione chiara e precisa, anche coraggiosa, e secondo me andrebbe fatto anche da tutti i suoi colleghi - ha aggiunto Malagò -. Lentamente stiamo scivolando verso situazioni che sono fuori controllo. Serve fare un punto della situazione. Soprattutto il mondo del calcio deve guardarsi in faccia con onestà di fronte a ciò che sta accadendo dentro gli stadi, visto che non si tratta più di casi isolati. La semplice delle curve mi sembra abbia portato a ulteriori problemi, quindi è indispensabile vedere le cose con un'ottica diversa. Credo il presidente della Figc, Abete, che quello bianconero Andrea Agnelli siano in perfetta sintonia su come intervenire davanti a certi episodi, perchè hanno la stessa sensibilità di rendersi conto dello stato dell'arte. Quanto sta accadendo - ha concluso - è un problema del mondo del calcio. Il Coni è coinvolto sotto altri aspetti, in modo indiretto, ma siamo attenti e vigili».

Malagò è poi tornato a parlare del tema nel suo intervento al seminario "Il calcio e chi lo racconta", organizzato a Coverciano da Ussi e Figc. «Non mi permetto di dire che ci sia bisogno di inasprire le norme e le sanzioni, ribadisco solo che non si può discriminare nella discriminazione. Quello che serve sono omogeneità e unicità di valutazioni e di giudizi, e che tutto possa essere sempre ricondotto al buonsenso».