GASPORT (S. BOLDRINI) - Centocinquanta, e fermiamoci qui, senza rispolverare vecchie filastrocche. Sono 150 giorni che Mirko Vucinic non segna in campionato. Cinque mesi, lultima festa risale al 31 maggio scorso, Roma-Torino 3-2. Lunica rete della stagione di Mirko è unillusione destate datata 30 luglio 2009, quando nellafa dellOlimpico la Roma spezzò le reni ai belgi del Gand grazie anche al centravanti montenegrino. Zero gol, ma molti titoli. «Vucinic, un incubo». «Vucinic, mai così spento», «Vucinic supponente, merita i fischi dello stadio». Poi chiacchiere in libertà, tra radio, tv e bar, argomento «che fine ha fatto il giocatore che ha segnato due gol al Chelsea, ci ha fatto trionfare in casa del Real ..
Analisi di un crac Già, bella domanda: che fine ha fatto? Claudio Ranieri nella conferenza stampa di ieri ha indicato una traccia: «Vucinic avrebbe bisogno di allenarsi bene e ogni tanto di tirare il fiato, ma in questo momento devo chiedergli di sacrificarsi». Vucinic, costretto ad agosto a finire sotto i ferri per un problema al ginocchio, è a corto di tante cose: di condizione atletica, di gol, di autostima. E, forse, anche un po seccato perché il suo momento difficile rischia di inghiottire la sfera privata: la contestazione non risparmia lui e chi gli sta vicino. I numeri indubbiamente sono impietosi per un attaccante del suo livello: 8 presenze, 567 minuti, unammonizione. Ma Vucinic dovrebbe anche interrogarsi su altri messaggi spediti ieri da Ranieri: «Non basta essere bravi tecnicamente e tatticamente. Serve il carattere, bisogna lottare». Sembra lidentikit di Mirko: bello, bravo, talentuoso, ma moscio. «Gli manca la rabbia in corpo e questo per un attaccante è un grade limite», ci disse un giorno di lui un grande ex dirigente della Roma. Vucinic, in realtà, ha solo un modo per superare tutto questo: segnare un gol. Brutto, sporco e magari anche cattivo, ma che sia uno straccio di gol. Il Livorno sembrava loccasione ideale per mettere il suo nome nel tabellino dei marcatori e tirare su il morale, ma Mirko ha sprecato unoccasione che era più difficile buttarla fuori che in porta. Oggi, per Vucinic passa un altro tram. Persi Totti e Menez, ridimensionato Okaka, toccherà a lui caricarsi la Roma sulle spalle. Riuscirà il nostro eroe a mostrare finalmente di avere anche carattere?
I ritorni La notte di Vucinic sarà anche la notte dei ritorni. A Udine si rivede finalmente Juan, dopo linfortunio muscolare figlio di Roma-Napoli. Si ritrova Motta, uscito con una caviglia malandata sempre nella jellatissima sfida con il Napoli, dove saltò soprattutto il ginocchio di Totti. A centrocampo, sarà il redivivo Brighi a fare coppia con De Rossi per sostituire Pizarro. Trequartista dassalto, a sinistra, remerà Guberti. Si accomoderà invece in panchina il romeno Lobont: Doni sta superando bene la contusione alla coscia e dovrebbe farcela. In un mare di guai, con la rinuncia forzata allultimo minuto di Burdisso fastidio al polpaccio sinistro, si tratta di un semplice affaticamento, contro il Bologna dovrebbe esserci almeno una buona notizia. Una.