GASPORT (L. GARLANDO) - La suggestione è forte e affascinante. Francesco Totti al prossimo Mondiale, a quasi 38 anni. In Brasile poi. Se la carriera di Totti fosse una parabola a cucchiaio, dovrebbe sfumare là, dove il calcio è poesia. Il Capitano porta il Brasile nelle scarpe. Quest'anno, con l'aiuto di Zeman, ha trovato la strada di Benjamin Button
a quasi 38 anni. In Brasile poi. Se la carriera di Totti fosse una parabola a cucchiaio, dovrebbe sfumare là, dove il calcio è poesia. Il Capitano porta il Brasile nelle scarpe. Quest'anno, con l'aiuto di Zeman, ha trovato la strada di Benjamin Button, quella che riporta indietro. Corre e rincorre come 10 anni fa, segna e spalanca la porta di tacco come sempre. Immaginate il suo genio al servizio della forza di Balotelli o la sua straordinaria abilità di tiro innescata da Pirlo. Lippi, nel 2010, cominciò a perdere il Mondiale quando non riuscì a convincere Nesta a tornare e lo perse del tutto quando si trovò senza Pirlo.
Se Prandelli dovesse ritrovarsi nella condizione di salvarsi la pelle in una partita, come Lippi con la Slovacchia, poter pescare in panca uno come Totti che tesoro sarebbe? Un'opzione in più (un campione del mondo in più) che aumenterebbe l'autostima del gruppo; un patriarca prezioso per i giovani, ben accetto dagli altri patriarchi (Pirlo, Buffon), che con la sua proverbiale simpatia alleggerirebbe la tensione delle vigilie.
E magari, dovesse rivincere il Mondiale, stavolta Francesco si emozionerebbe più che per una Coppa Italia con la Roma.
Detto questo, auguriamoci di non avere bisogno di Totti tra un anno; di ritrovarci a maggio 2014 a celebrare ancora il Capitano ringiovanito, ma con un forte imbarazzo: «Chi dovrebbe lasciargli il posto in Nazionale?» Vorrebbe dire che Balotelli ha continuato a segnare un gol a partita, che El Shaarawy ha dato seguito alla sua prima splendida stagione da titolare, che Insigne ha irrobustito il suo talento, che Pepito Rossi è tornato quello che era, che... Riponiamo l'affascinante suggestione Totti in un cassetto e concentriamoci sui De Sciglio e i Verratti. Chiediamo a Prandelli di lavorare anima e corpo su di loro. Nelle ultime due amichevoli abbiamo incrociato i ragazzini di Francia e Olanda: i primi ci hanno battuto, i secondi dominato. Al Mondiale saranno ancora più forti, come i terribili sbarbati tedeschi che abbiamo sculacciato all'Europeo, ma, corazzati da esperienze importanti, in Brasile faranno paura. Il futuro è dei giovani, lo sport è fatto di ragazzi che corrono con le voglie in fiamme. Adeguiamoci, se vogliamo competere. Grazie a Dio, Prandelli lo sa.
Che Di Natale e Totti dettino ancora legge in campionato può essere romantico, ma non è certo una spia di salute. Abbiamo bambini prodigio (De Sciglio) e nonni eterni (Totti), siamo stati saccheggiati nell'età di mezzo, quella dei campioni maturi che fanno la differenza, atleticamente al top: Ibra, Thiago Silva, Lavezzi... Lavoriamo allora sui bambini prodigio affinché diventino campioni che fanno la differenza. Se poi tra un anno ne avremo bisogno, tiriamo pure fuori dal cassetto la splendida suggestione Totti e chiediamo le grazie a Francesco II. Ma non sarà una vittoria.