IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Si è passati dal registro che certificava lorario di entrata a Trigoria (e ne sa qualcosa Cicinho...) al nulla. Questo sostiene Zeman. La verità è però nel mezzo. Le regole ci sono, ma aleatorie. Il codice etico l
Da sempre, chi contravviene a certe regole viene multato, è così da Capello a Spalletti e Ranieri, passando per il primo Zeman, che oggi forse non si ritrova più. Luis Enrique non è stato da meno: ha solo fissato alcune linee guida molto rigide, a parole e non per iscritto.
Ecco, Zeman proprio questo ha voluto sottolineare, che il regolamento è aleatorio, nessuno lo fa rispettare. Quindi le regole ci sono ma è come se non ci fossero. Il tecnico spagnolo ha fatto quello che ha potuto, con lappoggio della società: pretendeva puntualità e faceva firmare ai giocatori un foglio, che veniva tolto unora prima dellallenamento; non fece giocare De Rossi a Bergamo per un ritardo di tre minuti alla riunione tecnica, per non parlar poi della «squalifica» di Osvaldo per una giornata (Firenze) dopo che largentino aveva fatto sentire la sua pesante mano sulla faccia di Lamela nella partita precedente (Udine). Zeman adesso si ritrova da solo a imporre un metodo di comportamento e urla il suo disagio. Magari prendendo iniziative contraddittorie: Pjanic viene graziato dopo il derby, Marquinho invece punito dopo Catania, per non parlare poi di Stekelenburg, che in unintervista manca di rispetto ai compagni e oggi è regolarmente a Bologna. Confusione, anarchia.