Prove di convivenza

23/10/2012 alle 09:31.

GASPORT (M. CECCHINI) - Se a Trigoria andasse di moda la sinistra — ma da una proprietà di magnati statunitensi è obiettivamente difficile pretenderlo — dietro la vittoria di Genova qualcuno potrebbe vedere anche i frutti di una nuova autogestione. Vi diciamo subito, però, che non è così. Più corretto raccontare, allora, di una

 

 
Scia Prandelli In fondo, si tratta di tecnica e costruzione del gioco. Se il gioco più classico del boemo prevedeva un regista affiancato da due cursori, abili nell'interdizione e nell'inserimento, adesso l'allenatore della Roma ha la fortuna di avere un che è di fatto un regista avanzato, e a centrocampo due giocatori come e Tachtsidis che dimostrano di potersi integrare. In fondo, è quanto ha ispirato la mediana della Nazionale: provi a soffocare Pirlo? Ci penseranno e Montolivo a impostare. E così adesso Zeman sta scoprendo come sia una fortuna non avere il solo greco a dettare il gioco, ma anche due campioni come e , a costo di emarginare un po' dalla manovra il giovane «apprendista» giallorosso.
 
Numero uno In realtà, i dati dimostrano come il greco e l'azzurro siano andati a giocare la palla nelle medesime zone, ma è interessante notare come lo abbia fatto sempre di più nel corso della partita, finendo per essere il giocatore con il maggiore numero di passaggi riusciti (78) dell'intera giornata, in una classifica dominata — neppure a dirlo — da Pirlo. In fondo, alla fine, anche lo stesso Zeman sembra averlo accettato. «In fase offensiva Daniele non sarà mai uno che si propone in 40 metri: deve cercare di costruire per gli attaccanti». L'impressione è che neppure Tachtsidis ne faccia un dramma. «Sono molto contento. Abbiamo vinto, ma dobbiamo lavorare ancora per migliorare. La differenza tra A e B? Nella massima Serie c'è più spazio e posso giocare meglio. C'è più qualità e piano piano sto capendo come funziona il centrocampo nei vari momenti. Senza contare che sto andando sempre più al tiro: ho voglia di segnare il mio primo gol in A». Come dire, anche i registi a volte hanno voglia di diventare attori protagonisti.