IL MESSAGGERO (S. CARINA) - Nella settimana più difficile dal suo arrivo nella capitale, Luis Enrique ritrova di colpo gioco, squadra e i tre punti che gli permettono, anche in virtù delle sconfitte della Lazio a Torino e del Napoli contro lAtalanta, di rilanciarsi in ottica Champions.
Nel post-gara, la tensione si è finalmente sciolta e dopo tanto tempo, lo spagnolo ritrova addirittura il sorriso: «Stavolta sono rimasto in piedi per 90 minuti? Non dovete pensare che la partita cambi a seconda della mia posizione in panchina. Magari la prossima volta mi metto sulla traversa». E visibilmente compiaciuto: «La mia squadra mi è sempre piaciuta sia nelle vittorie che nelle sconfitte. Ha carattere, personalità, capace di rinascere anche quando sembra tutto finito. Qualche volta ci sono delle sconfitte: ora siamo a 50 punti, vuol dire che non abbiamo fatto tutto male, che non è una stagione disastrosa. Pensiamo alle prossime 6 partite, puntando al massimo». Gli chiedono il perché la squadra giochi in modo così differente tra casa e trasferta: «E' normale che all'Olimpico giochiamo meglio: qui ci sono i tifosi che ci aiutano e ci sostengono. Nonostante le sconfitte, la Roma sarà sempre la Roma e sarà sempre bello vedere i nostri tifosi che si sostengono in modo incredibile. Dopo il pareggio c'è stata qualche incertezza, ma abbiamo finito alla grande».