IL ROMANISTA (F. BOVAIO) - Fino a ieri la Roma non aveva mai perso a Lecce. In questo campionato balordo e stranissimo a cui stiamo assistendo le è capitato anche questo e il suo piccolo record è caduto. Un primato forse insignificante, certo, però sempre meglio averlo che no. Invece la Roma ha perso anche lì, collezionando così la quinta
Un mal di trasferta figlio di molte cose: la scarsa personalità e le difficoltà di approccio alla gara dimostrate dalla squadra a Bergamo, a Siena e ieri a Lecce; le amnesie difensive viste in queste partite e nelle due di Cagliari e Milano; lincapacità di ribaltare il punteggio negativo. E già, perché fuori casa la Roma è passata in svantaggio dieci volte e in ben nove di queste occasioni (compresa quella di ieri) poi ha perso. Solo a Catania è riuscita a pareggiare dopo essere andata sotto. Limiti caratteriali? Sicuramente. Peccati di gioventù? Probabilmente sì, anche se gli errori commessi da giocatori esperti come Juan ed Heinze non possono certo essere definiti tali. Difficoltà tattiche? Ci pare ovvio, visto che la Roma continua a prendere sempre gli stessi gol (dal centro o in seguito a calci da fermo) e a soffrire terribilmente se pressata nella propria tre quarti campo, dove dovrebbe nascere il suo gioco con De Rossi o Gago.
E chiaro che bisogna cambiare qualcosa. Alla fine mancano ancora sette partite, equivalenti a ventuno punti. E chiaro che nessuno pensa di conquistarli tutti (sarebbe unimpresa magnifica), ma nemmeno di buttarli tutti alle ortiche. Bisognerà dunque sfruttare al massimo i turni casalinghi che restano: con lUdinese già mercoledì, la Fiorentina domenica e poi il Napoli e il Catania. E poi replicare in trasferta: in casa della Juve (il 22 aprile), del Chievo e del Cesena. Riusciranno i nostri eroi ad essere tali anche lontano dallOlimpico cancellando così le figuracce finora accumulate a Firenze, Cagliari, Bergamo, Siena e Lecce? I tifosi lo pretendono, poi a fine campionato si tirino le conclusioni.