IL TEMPO (M. DE SANTIS) - Due interviste in un giorno tolgono i dubbi di torno. La Roma vive nel presente, potendo ancora coltivare i sogni e le speranze di un miracoloso terzo posto, e guarda al futuro, dentro e fuori dal campo. Il come lo hanno spiegato Walter Sabatini e l'avvocato Mauro Baldissoni. All'ordine del giorno dell'intervento del ds a Radio Manà Sport le linee guida di un mercat
Non Suarez, visto che è stato già detto e che la proprietà - causa vicenda Evra - lo ritiene eticamente incompatibile con l'immagine della nuova Roma. «La società ha intrapreso e una strada e non cambierà idea a seconda di un terzo o un settimo posto. Certo che, però, andare in Champions ci darebbe uno stimolo straordinario. La Roma non ha mai deposto le armi e in queste ultime otto partite lotterà per un obiettivo importante». Nella lavagna sabatiniana non ci sono cattivi ma solo buoni. «Su José Angel c'è un pessimismo cosmico, ma ha 22 anni, resterà qui e migliorerà. Gli errori di Kjaer vengono notati di più per il suo fisico imponente e la sua capigliatura sgargiante. A gennaio ho sbagliato a non puntellare la difesa, ma a giugno la integreremo ».
Il ds, però, ha anche un apprezzamento speciale da fare: «Non mi era mai capitato di lavorare con una proprietà così composta, educata, sempre presente e mai invadente. Ci garantisce tutto quello di cui abbiamo bisogno ed è pronta a fare degli investimenti importanti». Musica per le orecchie del consigliere Mauro Baldissoni, intervistato da Sky Sport 24. «La particolarità di questa struttura - spiega il legale che ha curato la trattativa per gli americani - è la divisione dei ruoli. Baldini e Sabatini scelgono i giocatori e poi parlano con la proprietà che decide in base alla sostenibilità finanziaria. Gli americani hanno i soldi e li spenderanno con giudizio. Pallotta, infatti, considera la Roma un "legacy asset" da lasciare ai figli. La società ha tutto l'interesse a investire perché una squadra non competitiva comporterebbe il mancato decollo del brand». Presente, passato e futuro visto e raccontato dall'avvocato Baldissoni: «La valutazione principale che ha convinto gli investitori americani è stato vedere che il brand As Roma era il marchio meno sfruttato a livello di sport professionistico, considerazione che fece a suo tempo anche il fondo di George Soros, ma allora dopo una lunga trattativa, chi doveva vendere ha deciso che non era più conveniente farlo. In occasione della ricapitalizzazione stiamo valutando di inserire investitori strategici. In quest'ottica, è molto importante la ricerca di soci asiatici. Il dossier contro me e Baldini? Pensavo fosse uno scherzo e invece abbiamo dovuto denunciare tutto alla magistratura».