IL ROMANISTA (G. MANFRIDI) - Rivendico il mio diritto alla faziosità. Da tifoso, e non solo. E la faziosità che anima il mondo e che dà movimento e vita alle idee suscitando invenzioni, fantasie, immagini e storie. In assenza di faziosità, ogni colloquio crollerebbe allistante nellinerzia e il nostro pensare non sarebbe che un concatenarsi asfittico di deduzioni obbligatorie prive di qualsiasi alternativa.
Già, il bene e il male. Ciascuno li distribuisce a proprio piacere nella convinzione di attenersi a princìpi di giustizia che soggettivamente reputa oggettivi, anchio lo faccio. E dunque, è ai nostri avversari che adesso mi rivolgo. Ai laziali oggi in festa, e che in parte mi hanno inondato di messaggi non proprio entusiasti (...) per quanto da me dichiarato e su queste pagine riportato alcuni giorni fa. Testuale, dallintervista: Per me la Lazio è biblicamente il male. Cè chi ha sostenuto che io la Bibbia non labbia mai letta e che le origini del Cristianesimo mi siano ignote, come se lavverbio biblicamente intendesse assumere lautorità certa di un filologo inoppugnabile. Ma da dove vi viene tanta puntigliosa seriosità? Altra asserzione che ha suscitato virulenti moti di aggressività verbale: Sporca il paesaggio. Il riferimento è sempre alla parte avversa, che a mio dire non renderebbe un buon servizio al panorama. Ma nemici miei, voi cosa pensate, cosa provate vedendo i colori che amiamo fronteggiare i vostri? Non, forse, lo stesso moto di repulsa? Ovvio che sì, questo ci è noto, e la cosa a sua volta ci offende. Sicché, la mia ruvida dichiarazione - politicamente scorretta, non cè dubbio, ma certo meno dei buuu fioriti da spalti non nostri si limita a ritrarre lo spirito stesso dellagone da palio che fa da cuore al conflitto sportivo di una stracittadina.