IL TEMPO (G. GIUBILO) - No De Rossi, no party. Non è la stessa Roma, senza il suo faro del centrocampo, così si conferma la tradizione che le nega la vittoria da ottant'anni quando si gioca il lunedì sera. Non ci sono attenuanti, il freddo uguale per tutti, ma il Siena sfrutta le sue propensioni tattiche, esaltate da una serie infinita di passaggi romanisti sbagliati.
Quando nella ripresa entra Kjaer per Juan, affiorano presagi di tragedia, puntuali a materializzarsi quando il danese abbatte Calaiò che non sbaglia dal dischetto. Ma la vittoria del Siena è legittimata dalla tante, troppe occasioni da rete concesse da una Roma nella sua versione più sciagurata, senza neanche quei lampi di classe che talvolta hanno saputo invertire l'andamento di una partita. Pochi da salvare, Heinze in retroguardia, Lamela in qualche episodio. I cambi di Luis Enrique stavolta non pagano. Erano le ultime battute, quelle di ieri sera, di un interminabile turno, che il maltempo ha tuttavia lasciato incompiuto, da domani parte la riconquista del terreno perduto.
Tre recuperi, e per la Juventus già la prima occasione per riprendersi il primato, anche se la trasferta di Parma non si annuncia molto tenera. Ma già parte il primo spezzone degli ottavi di Champions League, per l'Italia in campo il solo Milan, domani sera in casa con un Arsenal in ascesa, per il passo d'addio di Henry. Napoli e Inter attenderanno la settimana prossima, stasera da verificare il momento del Barcellona, con il Leverkusen, domani invece ancora un po' d'Italia , lo Zenit di Luciano Spalletti, penalizzato dagli infortuni di Criscito e Malafeev, opposto al Benfica, che ha in questo senso solide tradizioni.