Mexes: «Un romanista è per sempre»

28/10/2011 alle 09:59.

IL MESSAGGERO (G. DE BARI) - Uno scampolo di partita in Champions, un altro contro il Parma. Il terribile infortunio al ginocchio sinistro è un brutto e lontano ricordo e Philippe Mexes è quasi pronto per esordire dall’inizio in campionato, magari proprio contro quella Roma del

Se gioca, si aspetta applausi o fischi all’Olimpico?

«Penso dei fischi, ma spero che il pubblico non lo faccia. Nel calcio capita spesso che un ex, quando torna da avversario, venga fischiato ma non credo che i tifosi giallorossi lo faranno con cattiveria. C’è stato qualche screzio, ma ho sempre dato il massimo per la squadra».

Perché si è arrivati al divorzio?

«Dopo sette anni è normale che un rapporto possa interrompersi, non ci vedo niente di strano».

È stata la Roma a non credere più in Mexes, o lei che non ha creduto più nella Roma?

«Entrambe le situazioni. Ero in scadenza di contratto e la società stava cambiando completamente: tutto era incerto, indefinito, il futuro senza garanzie. Così, avendo ricevuto l’importante offerta del Milan, ho deciso di vivere una nuova esperienza professionale. Il club rossonero, nonostante il grave infortunio che mi ha bloccato per tanti mesi, mi ha proposto un contratto di quattro anni. Un segnale di grandissima stima».

Meglio titolare nella Roma o riserva nel Milan?

«Credo di aver dimostrato il mio valore giocando in giallorosso. Il Milan è una delle squadre più forti al mondo ed è giusto che ci sia concorrenza e qualità nei vari reparti. Sono pronto a mettermi in discussione e in competizione per un posto. Nesta, Thiago Silva e Mexes: centrali che tutti vorrebbero avere».

Il Milan l’ha presa come successore di Nesta.

«Ma io sono anche il presente, però è frustrante dover lavorare per mesi senza poter dare il contributo. Ho sofferto e stretto i denti per superare questo periodo, ormai sono fuori dal tunnel e vedo la luce».

Il momento più bello vissuto in giallorosso?

«Tanti, sarebbe difficile sceglierne uno».

E il più brutto?

«Due in particolare. Quando hanno rubato l’auto con mia figlia dentro e il drammatico infortunio». Il suo più grande rimpianto nella Roma? «Non averla lasciata come avrei voluto, a causa dell’incidente. Ammetto che mi sarebbe piaciuto salutare il popolo romanista in un modo diverso, comunque spero abbia un bel ricordo complessivo di Mexes».

Di Roma cosa le manca?

«La à, i tifosi che sono pressanti, esigenti, innamorati della squadra in maniera totale. La cadenza della lingua, che avevo imparato abbastanza bene, e anche il mangiare. Roma è unica e ci tornerò».

Boateng è stato accusato di fare vita notturna a Milano. Lei frequenta ancora le discoteche?

«Non conosco quello che fa Boateng fuori dal campo, molte voci sono solo malignità e mettono in cattiva luce il calciatore preso di mira».

Ma a Roma lei usciva spesso di notte?

«Anche questa è una favola. Sono stato in discoteca solo tre volte, purtroppo è sempre finita a botte. Evidentemente non ero fortunato nell’incontrare le persone... Conduco una vita tranquilla con la famiglia, voglio solo pensare a tornare in fretta in campo, forte come prima».

Chi erano i compagni giallorossi con i quali legava maggiormente fuori dal campo?

« e ».

Li sente ancora?

«Sì, molto spesso, siamo amici».

E domani sera, quando guarderà con la maglia giallorossa?

«Ci saluteremo con il sorriso e un abbraccio, spero di vedere anche Francesco. L’amicizia va oltre il colore di una maglia di calcio, anche se ha segnato la mia vita. Siamo stati compagni in tante battaglie e questo resterà per sempre».

La Roma attuale è del tutto rinnovata, nella società, nei calciatori, nel gioco.

«Inutile dire che la seguo sempre con interesse. Mi piace la filosofia di Luis Enrique, un allenatore che vuole proporre un calcio offensivo e che sta costruendo un bel gruppo. Una Roma che, come visto a , sta crescendo: sarà una bella sfida con il Milan lanciato. Una sfida che vogliamo assolutamente vincere per salire ancora in classifica».