In periodo di saldi, l'ultimo ostacolo da superare per arrivare alla cessione della Roma è rappresentato da uno sconto sul prezzo di vendita del club giallorosso. Sconto che la cordata americana, guidata da Thomas DiBenedetto, ha chiesto a UniCredit dopo aver preso atto della necessità di raddoppiare, o quasi, la cifra relativa all'aumento di capitale (35 milioni di euro) inserita nel contratto sottoscritto a Boston lo scorso aprile.
Il tutto mentre a Riscone i giallorossi regalano segnali positivi dal campo con la seconda vittoria in amichevoli: netto il 3-0 rifilato al SudTi-rol-Alto Adige, squadra di Lega Pro allenata dall'ex laziale Giovanni Stroppa. Per evitare una pericolosa foratura in vista del traguardo, fissato al 29 luglio (data del 'closing'), lunedì dagli States arriveranno nella Capitale i manager Mark Pannet e Sean Barrow del 'Raptor Fund' (che fa capo al socio di DiBenedetto, James Pallotta): saranno loro, affiancati dai legali dello Studio Tonucci, a sedersi al tavolo assieme al management dell'istituto di Piazza Cordusio. Saranno loro a preparare la strada in vista dello sbarco a Roma di DiBenedetto (posticipato di almeno 24-48 ore), atteso per la firma sul definitivo passaggio di consegne della 'Magica' alla nuova proprietà a stelle e strisce. Proprietà che però, secondo quanto riferiscono fonti da Boston vicine al tycoon americano, non ha gradito affatto la fissazione unilaterale del 'closing' da parte della banca. Soprattutto perchè si stava prendendo in considerazione l'ipotesi di cerchiare in rosso la data del 2 agosto per la chiusura definitiva. E questo perchè gli americani, considerati i conti da 'profondo rosso' della Roma, si auspicavano qualche giorno in più per ridefinire i termini di un accordo che, allo stato attuale delle cose, necessita di una ricapitalizzazione da quasi 70 milioni di euro per scongiurare il fallimento dell'asset giallorosso.
Per DiBenedetto e soci, quindi, verrebbe a prefigurarsi un investimento più oneroso del previsto che, per essere controbilanciato, dovrebbe portare a uno sconto sul prezzo di d'acquisto (di 70,3 milioni di euro) quantificabile in circa 10 milioni. Sconto che UniCredit, concorde sul nuovo aumento di capitale, non avrebbe però intenzione di riconoscere. La posizione della banca, infatti, è chiara ed è stata espressa sia dall'ad Federico Ghizzoni sia dall'avvocato, nonchè presidente 'ad interim' della Roma, Roberto Cappelli: UniCredit, da parte sua, ha rispettato tutte le condizioni necessarie per arrivare alla fumata bianca della trattativa concedendo il 'vendor loan' da 10 milioni e sottoscrivendo il contratto di finanziamento da 30 milioni. E, con la deadline del 31 luglio dietro l'angolo (data entro cui ciascuna parte è libera di risolvere il contratto di compravendita), ha chiamato il 'closing' per il 29. Specificando che «i dati di pre-chiusura della situazione patrimoniale della Roma risultano in linea con le previsioni e con i dati disponibili alla data di sottoscrizione del contratto preliminare di compravendita».
Insomma, secondo UniCredit, i conti del club sono tutti nero su bianco e non possono aver rivelato particolari sorprese. Adesso la palla è quindi nei piedi degli americani che, all'interno di una normale dialettica legata a discorsi di business, dovranno fare una serie di valutazioni e decidere se chiudere la trattativa, diventando proprietari della Roma e soci di UniCredit, oppure lasciare la gestione del club alla banca (rimettendoci però oltre 10 milioni di euro tra caparra e spese varie). Che in questo secondo caso sarebbe costretta a rivedere in un primo momento i membri del consiglio d'amministrazione e, successivamente, a cercare un nuovo compratore possibilmente già pronto e strutturato. Evenienza questa che ambo le parti hanno però tutta l'intenzione di scongiurare.
Dalle questioni societarie a quelle di campo, il clima che si respira a Riscone di Brunico è decisamente meno teso. La squadra, sull'onda dell'entusiasmo portato da Luis Enrique, continua la preparazione in vista della nuova stagione e oggi ha sostenuto il secondo test superando per 3-0 il SudTirol, formazione di Lega Pro allenata dall'ex laziale Stroppa. A realizzare le marcature dell'incontro sono stati Borriello e Vucinic (autore di una doppietta), mentre non è stato utilizzato il francese Jeremy Menez, a un passo dalla cessione al Psg, come fanno intendere le parole di Luis Enrique nel dopogara: «Menez non ha giocato perchè c'è una trattativa in corso, non era il caso di correre rischi, per il resto stiamo cercando di completare la rosa al meglio possibile ed è chiaro che stiamo valutando operazioni sia in entrata che in uscita. Vucinic? È un giocatore come gli altri, fa parte di questa rosa, come tutti può restare o partire». Chi invece è pronto ad arrivare è Bojan Krkic, atteso stasera in ritiro e domani alla prima conferenza stampa da giocatore della Roma.
(ansa)