Giovani e affamati. La diversità della nuova Roma

22/06/2011 alle 21:01.

LA STAMPA (S. DI SEGNI)- Per convincere Bojan Krkic a sposare la Roma, non gli avranno parlato di Paulo Coelho, lo scrittore che Luis Enrique ama citare, né avranno fatto riferimento a Ralf Waldo Emerson, il filosofo americano da cui trae spunto DiBenedetto, tantomeno avranno tirato fuori le opere di Garcìa Màrquez, che tanto piace al direttore sportivo Sabatini.

Di sicuro, però, devono avergli prospettato qualcosa di intrigante: un progetto, una sfida. «È l'emblema del giocatore che cerco, giovane e affamato. Saprò motivarlo», così Luis Enrique ha sponsorizzato l'operazione. Il potrà ricomprare il giocatore con 15 milioni di euro nel 2012 o 11 l'estate successiva (alla Roma costerà 10, ma non sarà costretta a pagare subito). Per Bojan c'è un contratto da 2milioni circa per 4 stagioni. Forse tra due anni si tornerà a parlare di un altro pezzo pregiato che lascia la Penisola: considerati i tempi che corrono, l'iniezione di appeal non è comunquemale.

DiBenedetto attende l'investitura da presidente, eppure la politica a stelle e strisce si è già manifestata nella Capitale: la scelta coraggiosa di un allenatore giovane che sappia rompere con il passato, il diktat imposto a quest'ultimo di non lamentarsi mai degli arbitri, il proposito di vedere in campo una squadra arrogante e allo stesso tempo leale. Da Boston pretendono un certo stile; a rilanciare il brand Roma, poi, provvederanno esperti di marketing provenienti dagli Stati Uniti. Proprio in questi giorni DiBenedetto sta valutando l'opportunità di portare la squadra in tournée in America, il tycoon per ora è restio perché non ritiene ancora il suo prodotto sufficientemente appetitoso. Lo stadio di proprietà, al momento, resta un sogno, ma lo statunitense, appena metterà piede in Italia, proverà a mettere in moto l'iter. Allo studio, ci sono anche una serie di iniziative no profit, per una Roma impegnata nel sociale.

Il progetto sportivo, invece, è stato affidato a Franco Baldini e a , rispettivamente e ds. Quando l'attuale general manager dell'Inghilterra fu contattato dagli americani, godendo a Londra di uno stipendio importante e di un incarico nella FA che gli consentiva di non accumulare troppo stress, rispose: «Non posso dire di sì. Per questo dico di sì». Nell'espressione c'è tutto il sapore della sfida che DiBenedetto gli stava prospettando: un richiamo irresistibile per uno che adora il Don Chisciotte di Cervantes e che sei anni fa lasciava la Capitale piuttosto contrariato dalle alleanze della Sensi con i poteri forti.

A Baldini e , i nuovi proprietari hanno chiesto di imitare il brevetto : la Primavera e gli Allievi Nazionali rientreranno nella sfera tecnica della prima squadra, le altre rappresentative resteranno sotto la giurisdizione di Bruno Conti. Nel marzo scorso, mentre volgeva al termine un'estenuante giornata di trattative con Unicredit, DiBenedetto preferì rimandare incontri diplomatici e interviste televisive. Giocava la Primavera, non voleva perdersela: «Niente apparizioni in tv. Finché possiamo, si va avanti con la scrittura dei contratti - disse più o meno così -. Per cena può andar bene una pizza, purché riesca a vedere la partita dei ragazzi».

In quei giorni, lo Zio Tom di fatto sguinzagliava per il mondo. Il ds sta attuando un modo sconosciuto di fare mercato a Roma, ormai assuefatta a parametri zero e giocatori di una certa età. Luis Enrique e Bojan sono solo l'inizio della rivoluzione culturale. Ieri è stato riscattato Borriello, che però non rientra nei piani. Nel mirino, adesso, c'è uno stuolo di promesse: da Lamela a Ricky Alvarez, da Galeano a Martinuccio, da Viviano a Santon. La bontà delle scommesse americane si avvia alla prova del tempo. Nel mentre, a qualcuno potrebbe venire in mente di puntare una fiche sul modello DiBenedetto.