Buffon: "Sì, ho parlicchiato della Roma con Totti"

01/06/2011 alle 10:42.

CORSPORT (A. SANTONI) - Sì, ha «parlicchiato» con Totti di un suo possibile futuro in giallorosso. Sì, ha intenzione di messaggiarsi con De Rossi per confortarlo dell'esclusione e per farlo ancora sentire parte del progetto azzurro ( «uno co­me lui è imprescindibile, è una forza aggiunta» ). Sì, sarà ancora Juve. Ne ha di cose da dire, Gigi Buffon, sul recente passato, gli errori commessi, le percentuali da distribuire dei medesimi, le incompren­sioni tra lui e il club, il ruolo di capro espiatorio di Del Ne­ri, bruciato dall'impazienza del nostro sistema, l'arrivo del predestinato Conte «ambizioso e carismatico» , ma non ga­ranzia di successo. Servirà piuttosto un mer­cato di qualità, differente da quello del 2010, tutto quantità, più una società all'altezza: «Perché senza questi due elementi non si ar­riva ad alcun traguardo»

PIANGE IL TELEFONO - Gigi si di­ce pronto a recitare il suo ruo­lo di top-player bianconero, ma per la prima volta ammette di aver pensato anche di anda­re via. Roma e la Roma non erano un pour parler, anche se Buffon cerca di mascherare diplomaticamente la verità in questo modo, in bilico tra l'onestà di ammettere un cedi­mento e la necessità di ridimensionarlo: «Con ci sentiamo spesso a telefono. E' normale che si parli di tutto, anche di certe possibilità. E' chiaro che la mia prima scelta era, è e sarà la , soprattutto dopo che so­no tornati certi presupposti. Ma con France­sco è vero che abbiamo 'parlicchiato' del­l'ipotesi di un mio passaggio alla Roma. In­vece resterò alla ».

PRESUPPOSTI - La ragione, dunque, è che sono stati rista­biliti i presupposti giusti. Nei suoi lunghi mesi dopo il ko mondiale, ma anche dopo il suo rientro, pareva che intor­no a Gigi si fosse creata un'aria di scetticismo, culmi­nata nelle recenti esternazio­ni di John Elkann ( «Buffon è un anno e mezzo che non gioca...» ). E lui? «Le critiche dei dirigenti si accettano. ma io sono e mi sento il solito, con tanto di autosti­ma. Ho ripreso bene, ho superato le difficol­tà del ritorno dopo un infortunio grave. Ho ri­sposto bene anche in Nazionale, contro Ger­mania e Slovenia. Poi certo, arrivi settimo, prendi gol e allora fai notizia, perché sei Buf­fon e devi fare la differenza. Ma non mi pare di aver fatto perdere alla cinque parti­te di seguito. Mi dispiace solo di aver sba­gliato contro il Milan. Comunque non mi so­no mai sentito scaricato».

IMPAZIENZA - Non così è successo a Del Neri, bocciato dal management ma non da Gigi: «Paga uno per 22, che non ha colpe specifiche. Una perso­na leale, squisita, che sa alle­nare. Tutto questo non è ba­stato per la riconferma. E sia­mo arrivati all'ennesimo ri­baltone tecnico. Tutta colpa dell'impazienza del nostro calcio. Altro che ». La nuova linea è super mer­ e . Spiega Buffon: «Lo ha detto Marotta, l'anno scorso servivano tanti giocatori, questa volta abbiamo solo il cam­pionato. Bisognerà scegliere meno e bene. Poi toccherà a . Non ho consigli da da­re ad Antonio, che la la conosce bene. Arriverà e saprà dove mettere le mani».